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La routine giornaliera ci spiega perché non si può stare senza Europa

Dario Bevilacqua ed Edoardo Chiti

Noi e l’Unione. Quanto il sistema di regolazione europea ha inciso sulla qualità della vita (e non ce ne accorgiamo)

Ogni mattina, appena alzati, Mario e Giovanna, due trentenni sposati di fresco che vivono e lavorano in una piccola provincia italiana, preparano il caffè. Proviene dall’America latina, così ha subìto un primo controllo da parte del “posto di controllo frontaliero di primo ingresso nell’Unione europea”, che serve a valutare i rischi per l’uomo, gli animali o le piante, i rischi per l’ambiente in caso di ogm, la presentazione dei prodotti in modo da scongiurare che i consumatori possano fraintenderne le caratteristiche o la provenienza.

 

Prima di recarsi al lavoro, Giovanna si ferma in farmacia ad acquistare un medicinale per suo padre. Si tratta di un medicinale innovativo, autorizzato dalla Commissione europea sulla base di una valutazione sulla sua qualità e sicurezza compiuta dall’Agenzia europea per i medicinali. Giovanna pensa che suo padre possa trarne giovamento, come ha detto il medico. E’ preoccupata che possa avere degli effetti indesiderati. Ma il medico le ha spiegato che il Comitato europeo per la valutazione dei rischi nell’ambito della farmacovigilanza monitora la sicurezza di tutti i farmaci che sono disponibili sul mercato europeo per tutto il corso della loro vita. Tutti gli effetti indesiderati sospetti segnalati dai pazienti e dagli operatori sanitari sono inseriti in Eudra Vigilance, il sistema informativo dell’Unione gestito dall’Agenzia europea per i medicinali, che raccoglie e analizza le segnalazioni di presunti effetti.

 

Più tardi, Mario esce dal lavoro per un breve pranzo con i colleghi. Non hanno molto tempo, ma è un piccolo piacere al quale non vogliono rinunciare. Mario ordina una fetta di carne, alimentata con mangimi che hanno ricevuto un’autorizzazione dalla Commissione europea, in seguito a una serie di verifiche e controlli complessi e dettagliati, che coinvolgono l’Autorità europea per la sicurezza alimentare, composta da esperti incaricati di valutare e segnalare i rischi di tutti i prodotti destinati all’alimentazione umana e animale.

 

La giornata di Mario e Giovanna è molto simile a quella di ciascuno di noi. E mostra una cosa molto semplice. Se non ci fosse l’Unione europea, non avremmo le discipline che garantiscono la qualità delle nostre vite. La ‘regolazione sociale’ è un’importante componente dell’attività legislativa e amministrativa dell’Unione. Si è sviluppata a partire dalla fine degli anni Ottanta del XX secolo, in connessione con la costruzione del mercato interno europeo. Ed è divenuta, nel corso del tempo, un elemento che ci accompagna in ogni momento della nostra vita quotidiana.

 

Essa approfondisce il funzionamento del mercato, introducendo politiche a favore di consumatori, utenti e cittadini. Vi rientrano, tra l’altro: l’attuale sicurezza alimentare, senza la quale la qualità dei cibi di cui ci nutriamo sarebbe più bassa; la disciplina dei prodotti cosmetici, volta a stabilire standard rigorosi senza tuttavia sacrificare l’innovazione tecnologica; la disciplina dei prodotti farmaceutici, che garantisce che i medicinali che acquistiamo siano sicuri ed efficaci; la disciplina relativa ai giocattoli per bambini, le cui caratteristiche debbono essere tali da ridurre al minimo i rischi per la salute di chi ne fa uso; la tutela della salute, esemplificata dalla normativa sulla protezione dei lavoratori contro i rischi derivanti da un’esposizione ad agenti cancerogeni; la tutela ambientale, la cui azione si iscrive oggi nel progetto complessivo di costruzione di una Energy Union, funzionale a ridurre le emissioni di carbonio, garantire la sicurezza e l’efficienza energetica, sviluppare le infrastrutture e completare il mercato interno dell’energia.

 

A queste discipline, che rappresentano il cuore della regolazione sociale, se ne aggiungono altre che perseguono lo stesso scopo ma in modo indiretto: è il caso, ad esempio, della disciplina sul benessere degli animali, che include le normative relative ai mangimi per gli animali, della disciplina del marchio europeo, delle norme tecniche che governano la produzione di prodotti industriali.

 

Non si tratta, poi, di discipline fisse e rigide. Al contrario, sono soggette a un continuo aggiornamento. Questo coinvolge sia il legislatore europeo, guidato dall’iniziativa della Commissione, sia l’insieme delle amministrazioni nazionali e sovranazionali che, insieme, partecipano al processo regolatorio. Le innovazioni tecnologiche sono solo uno dei fattori che spingono l’Unione a una costante revisione delle discipline esistenti. In materia di tutela del consumatore, ad esempio, la Commissione ha avviato, nell’ultimo anno e mezzo, varie iniziative volte a contrastare le pratiche illegali online e a rispondere alle trasformazioni che la digitalizzazione e lo sviluppo tecnologico producono sul settore finanziario.

 

La sera, quando gustano una polenta con gli amici, Mario e Giovanna avviano una discussione sull’Europa. Ernesto, un po’ più vecchio di loro, sostiene che l’Europa ha fallito e gli inglesi lo hanno capito molto bene. Ha saputo garantire la pace, ma non ha mantenuto la promessa di prosperità. Alice, sua moglie, ha un’idea diversa: l’Europa è in crisi, ma è una crisi di crescita e dobbiamo avere fiducia nel futuro.

 

Giovanna non ha un’idea chiara e si limita ad ascoltare. Nel frattempo, serve ai suoi ospiti una buona polenta. Il mais con cui è fatta non è stato geneticamente modificato, perché l’Unione europea valuta le possibili conseguenze – per l’ambiente, per la salute e per l’agricoltura – di piante e cibi ottenuti con nuove tecnologie. Pertanto, prevede standard molto elevati di sicurezza e consente sempre agli stati, in nome del principio di precauzione, di vietare piante o cibi potenzialmente pericolosi. Inoltre, il gorgonzola che ha usato per condire la polenta è stato prodotto secondo la ricetta tradizionale e usando solo ingredienti del territorio, giacché l’Unione europea riconosce e protegge le Denominazioni di origine protetta di tutti e in tutti i paesi dell’Unione. Infine, il vino francese con cui accompagnano la cena e i mandarini spagnoli con cui la concludono sono stati acquistati a basso prezzo grazie alla libertà degli scambi commerciali all’interno dell’Unione e presentano garanzie di sicurezza e qualità elevate perché devono conformarsi agli standard stabiliti dal diritto alimentare europeo che sono particolarmente esigenti.

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