L'Italia non è un paese razzista, l'italiano odia tutti. Cominciamo dai ciclisti?

Saverio Raimondo

Caro Salvini, pensiamo al capro espiatorio di domani

Gentile Direttore,

scrivo al Foglio prima che chiuda, come annunciato da Rocco Casalino, e al suo posto apra un centro commerciale chiuso la domenica.

   

Sono molto preoccupato per gli atti d’intolleranza e violenza a sfondo razziale in aumento nel nostro paese. Come ben sappiamo, in Italia gli stranieri sono solo 5 milioni: se questo governo dovesse continuare a perseguitarli, e magari fare anche le leggi razziali in barba ai tecnici del Tesoro che hanno già detto non esserci le coperture per fare i campi o le deportazioni, con i progressi che ha fatto oggi lo sterminio di massa (tutto automatizzato e molto più veloce) questi 5 milioni finirebbero subito, tempo un anno li abbiamo sterminati tutti. E poi? Con chi ce la prendiamo? E’ importante avere chi odiare in questo paese, per evitare derive fasciste. E credo sia questo il vero, grande limite del ministro Salvini come politico: il vero leader è colui che sa guardare avanti, al futuro, e non si limita a dirmi chi odiare oggi, ma sa già indicare chi odiare domani.

  

Sono d’accordo con chi dice che l’Italia non è un paese razzista: perché il razzista discrimina, mentre l’italiano no. Negri, zingari, musulmani, ebrei, cinesi, omosessuali: per gli italiani sono tutti uguali. Così come i tedeschi, i francesi, l’Unione europea; e i napoletani, i toscani, i calabresi, i romani, i milanesi. Gli italiani odiano tutti.

  

Non è razzismo, perché noi italiani non discriminiamo in base al sesso, alla religione o al colore della pelle: il nostro è odio incondizionato verso tutto e verso tutti. Basta che respirino. Abbiamo solo bisogno che l’uomo forte (non per forza fortissimo, sia chiaro: anche un peso medio con un po’ di pancia va bene lo stesso) ci tolga la museruola e ci dia il permesso di mordere.

  

Ergo, per non farci trovare impreparati alle sfide del futuro, credo che il governo giallo-verde possa e debba individuare sin da subito il capro espiatorio di domani. Voglio fare la mia parte di cittadino, facendo delle proposte spero costruttive.

  

Secondo i dati Istat, in Italia ci sono circa 25 milioni di ciclisti – calcolando anche gli sporadici, che la bici ce l’hanno in cantina o sul terrazzo ma non la usano regolarmente. Sono tanti, molti più dei negri; e tutti in Italia odiano i ciclisti: basta che una volta uno in bicicletta sbarri la strada o anche solo rallenti uno che va di fretta, che subito si comincia a parlare di invasione di ciclisti, ciclisti dappertutto, escono in bici e ci rubano la strada, fanno le piste ciclabili e ai terremotati non pensa nessuno, pedalassero a casa loro con la cyclette, prima gli italiani in automobile. Per non parlare dei radical chic con la bici pieghevole in fibra di carbonio. Credo che l’odio verso i ciclisti possa facilmente sostituire quello per gli immigrati: nessuno potrebbe rimproverarlo di razzismo, e nel paese già da tempo sta montando il sentimento di mettere sotto con la macchina quelli in bici. A Salvini basterebbe cavalcare questa ennesimo borborigmo proveniente dalla pancia del paese, è il consenso è assicurato.

  

Altrimenti, ancor più strategico, potrebbe rivelarsi vincente cavalcare l’odio per i vecchi. Tutti odiano i vecchi (specie d’estate quando cascano e si rompono il femore), persino i vecchi odiano i vecchi: perché a forza di negare la vecchiaia, sentirsi giovani, mettersi il siero anti-rughe, parlare di sesso nella terza età, dire che la vita comincia a 70 anni, non andare mai in pensione e lavorare fino alla consunzione geologica, i vecchi non si rendono nemmeno più conto di essere vecchi, pensano sempre che i vecchi siano altri, e quindi li odiano. I vecchi in Italia sono già tanti (nel nostro paese gli over 65 si attestano oggi sui 18 milioni circa) ma sopratutto saranno sempre di più, dati demografici alla mano. Questo vorrebbe dire che, al contrario dei negri che finiscono, in Italia i vecchi non finiranno mai, siamo un inesauribile generatore automatico di vecchi; il che garantirebbe un odio a lungo termine.

  

Perché se davvero Salvini e il Movimento 5 stelle vogliono governare per 30 anni e garantirsi un così lungo consenso, devono smetterla di prendersela con le minoranze, che poi finiscono (per esempio la famigerata Casta, la minoranza più minoranza che c’è: i parlamentari in Italia sono solo 950 persone, meno di gay, rom e immigrati!); ma aizzare il paese a odiare sé stesso. I vecchi, dicevamo.

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