Juno siamo noi A volte le cose sono così evidenti che bisogna ripeterle. Il 2007, per il cinema americano, è stato l’anno delle donne con il pancione. Potevano essere cameriere con un marito manesco e un talento per la pasticceria (in “Waitress” di Adrienne Shelly). Potevano essere giornaliste appena promosse in video (in “Molto incinta” di Judd Apatow). Nessuna considerava l’aborto una soluzione. Se non per un attimo, magari su suggerimento di una sorella – “ora te ne liberi e pensi alla carriera, tra qualche anno farai un figlio vero” – subito respinto. Tra i film che nel 2007 raccontavano allegre gravidanze, “Juno” è il più sfacciato: ha per protagonista una sedicenne, rimasta incinta al primo colpo di un compagno di scuola (la bocca di lui sapeva di caramelline all’arancia, c’era una poltrona nei dintorni; insomma, faccende che capitano). Prevede una tappa da “Hasty Abortion”, che proprio non possiamo chiamare consultorio, vista la ristrettezza dell’offerta e la garanzia di rapidità. Poi una fuga precipitosa, colpa dell’odore di dentista, e della soffiata: “Ha già le unghie!”. Juno porta a spasso il suo pancione, comportandosi per il resto come le ragazze alla sua età: rimbecca gli adulti, li prende e si prende in giro, cerca un cavaliere per il ballo della scuola. Mariarosa Mancuso 09 MAR 2008
“Let no one touch the unborn child” An interview with editor of Il Foglio Giuliano Ferrara, who proposed world moratorium on abortion. On 18th December the UN General Assembly passed the moratorium on capital executions. The following day Giuliano Ferrara, editor of Il Foglio an important Italian opinion paper, proposed another moratorium: the moratorium on abortion. His proposal was quite a sensation, not only in Italy, but all over the world. A former communist and activist in the 1968 movement, nowadays labelled as a “devout atheist”, he has raised about the drama of abortion a debate which would have seemed unthinkable not long ago, considering how largely accepted abortion is in all Western societies. Redazione 19 FEB 2008
Il cuore oltre l’Heysel Stasera Liverpool contro Juventus, una partita caricata a molla per vent’anni Alessandro Giuli 05 APR 2005
Norman Podhoretz Le sue idee stavano già dietro all’Amministrazione Reagan, hanno contribuito al collasso sovietico e alla delegittimazione intellettuale dell’antisionismo e oggi ispirano Bush. Approdi differenti. Mentre Mailer ne “Il nudo e il morto” descrive la “sindrome del maschio bianco dominatore”, Podhoretz a quel maschio bianco e strasicuro di sé tiene infinitamente. 30 NOV 1999
Björk Gudmundsdöttir Si chiama Björk Gudmundsdöttir , Betulla figlia di Gudmund. È nata a Reykjavik nel novembre del 1965. Generalmente, non parla. Ama gli inverni islandesi, con giornate buie per ventidue ore di fila. Lei ne ha trascorsi di interi in casa, indossando maglioni e calze di lana grigia e grossa. Li ha trascorsi scrivendo musica, che è quello che sa fare. Pensa che qualsiasi rumore in una casa vuota possa diventare musica. Basta ascoltare. Redazione 30 NOV 1999
Nick Tosches La sua ultima lettera Michele Sindona l’ha scritta nel modo di sempre: con una vecchia portatile italiana, su carta trasparente per posta aerea, firmata Michele con la penna a sfera sopra il nome e il cognome per esteso. E nel solito modo è arrivata dal carcere di Voghera a un indirizzo del Greenwich Village, a Manhattan: fra la corrispondenza ordinaria, nella cassetta delle lettere del suo biografo, l’americano Nick Tosches. Redazione 30 NOV 1999
Nancy Cooke “Cenare da lei – ha scritto un famoso giornalista americano – è come andare in visita alle Nazioni Unite”. Non si sbagliava. A casa di Nancy Cooke de Herrera i divi di Hollywood sono altrettanto assidui dei protagonisti della politica internazionale. Se qualche anno fa Richard Nixon e il re del Bhutan incrociavano Greta Garbo, Ester Williams e Richard Burton, oggi ci si imbatte in Lenny Kravitz, Sheryl Crow, Jerry Hall e Clint Eastwood. Nancy parla di ognuno di loro con naturalezza. di Anna Folli Redazione 30 NOV 1999
Michael Portillo La sera del primo maggio 1997 non la può dimenticare nessuno. La Gran Bretagna tutta restò sveglia per assistere alla storica caduta dei conservatori dopo i lunghissimi diciotto anni di governi non propriamente popolari. Dopo la mezzanotte molti iniziarono a stappare lo champagne a lungo tenuto a invecchiare in cantina, mentre i più ardimentosi e speranzosi avevano organizzato in anticipo feste a tema dal titolo “Siete invitati a casa nostra per veder cadere i tory – champagne a fiumi”. Redazione 30 NOV 1999