EDITORIALI

L'ottimismo di Bill Gates sulla pandemia

Redazione

Il nemico numero uno dei complottisti di tutto il mondo risponde con dati e investimenti, pazienza e fiducia. Forse a breve potremo dire finalmente che il Covid è un’influenza

I tassi di mortalità e di contagiosità del Covid sono destinati a scendere “drammaticamente”, ha detto Bill Gates durante il Bloomberg New Economy Forum a Singapore. Vaccini, antivirali, monoclonali e una nuova prassi d’igiene fanno sì che la pandemia possa essere controllata e ridimensionata, ha detto il fondatore di Microsoft, lo stesso che ha tenuto e tiene alta l’allerta per l’arrivo di pandemie globali ma che sa anche comprendere l’efficacia delle misure di contenimento messe in campo.

 

Nel mondo complottista, Bill Gates è il nemico numero uno, la “strega perfetta da cacciare”, come lo ha definito Usa Today, il creatore virtuale della pandemia per poter sfruttare l’occasione di far arricchire Big Pharma, la sua fondazione che si occupa di distribuzione di vaccini e per inoculare assieme al vaccino anche delle sostanze che possono, a seconda della sfumatura di complottismo, o renderci tutti tracciabili e riconoscibili (il famoso chip) o tutti morti. In questo anno e mezzo Gates ha risposto a questa caccia con dati e investimenti, mettendo a disposizione fondi per la distribuzione dei vaccini, che continua a essere molto problematica soprattutto in Africa (ha anche dovuto gestire un divorzio e il crollo della sua immagine di nerd-benefattore semiasessuato, ma questa è un’altra storia).

 

E ora condisce questo suo progetto con una gran dose di ottimismo: potremo metterci alle spalle la pandemia, e davvero potremo parlare come se fosse un’influenza. All’inizio dell’autunno, Gates aveva raccontato che la sua fiducia granitica nella scienza era il segreto del suo ottimismo, un “superpotere” lo aveva addirittura definito, e lo dice uno che non è che non sappia essere allarmista e catastrofico, quando vede delle minacce imminenti. Assieme alla fiducia c’è anche la pazienza, virtù che tendiamo spesso a dimenticare o anzi a maltrattare: i più impazienti nei confronti dei vaccini si sono rivelati poi, ironia, i più scettici.

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