L'urgenza climatica è una truffa. Parola di François Gervais
Nei giorni della Cop24 il fisico francese torna a far sentire la propria voce critica nei confronti della nuova religione green: “Trovo l’angoscia in materia di emissioni di Co2 esagerata”
Parigi. Un insegnante del prestigioso liceo Hoche di Versailles, affascinato dai suoi libri e dalla sua visione controcorrente sulla questione del global warming, aveva pensato di invitarlo, lo scorso 13 febbraio, per un dibattito con gli studenti. Ma si era dimenticato che la nuova religione del climaticamente corretto, secondo cui l’uomo è “Il Colpevole” del surriscaldamento del pianeta, non ammette voci dissonanti, e, su pressione del preside e di alcuni colleghi, ha dovuto richiamare François Gervais, fisico e professore emerito presso l’università di Tours, per dirgli che le sue idee “climatoscettiche” non avevano spazio, che la sua battaglia contro il pensiero unico era una battaglia già persa.
Ci ha fatto l’abitudine, oramai, a essere bollato come “persona non grata”, a ricevere porte in faccia e attacchi sulla stampa mainstream. Nonostante le 235 pubblicazioni scientifiche e una medaglia ricevuta dal più importante centro di ricerca di Francia, il Cnrs, Gervais è uscito dal giro degli “esperti” che meritano di essere ascoltati, perché nel 2013 ha pubblicato “L’innocence du carbone” (Albin Michel), un pamphlet in cui si è opposto alla visione monocolore che fa della Co2 la responsabile di tutti mali del mondo in materia di clima, denunciando le esagerazioni allarmiste della maggioranza dei climatologi.
Ora, a distanza di cinque anni da quel libro incandescente, che gli valse un attacco frontale sul Monde, Gervais torna a far sentire la propria voce con un’opera altrettanto scorretta: “L’urgence climatique est une leurre” (L’Artilleur), l’urgenza climatica è una truffa. “L’incidenza dell’abbassamento delle emissioni di Co2 sull’aumento della temperatura mondiale è minima. A conferma di ciò, ricordo che la temperatura media mondiale è costantemente calata nei trent’anni successivi al 1945, mentre le emissioni di Co2 aumentavano”, ha dichiarato il fisico francese a Sud Radio, la sola emittente che ha dato voce alle sue posizioni.
Sui toni apocalittici dominanti nei media parigini da quando la Francia ha ospitato la Cop21 e si è fatta promotrice della nuova religione green, Gervais risponde così: “Anzitutto, va detto che è stata completamente occultata la variabilità naturale del clima. In seguito, trovo l’angoscia in materia di emissioni di Co2 esagerata. Bisogna sapere che in un secolo la concentrazione di Co2 nell’aria è passata da 0,03 a 0,04 per cento”. Eppure, la celebre “corsa contro il tempo” per salvare la terra e l’annessa rieducazione verde dell’uomo-brutto-sporco-e-inquinatore, è dominante anche quest’anno in occasione della Cop24 di Varsavia. Ma ecco altre cifre di cui gli ideologi del climaticamente corretto preferiscono non parlare: “I politici francesi puntano tutti a ridurre le emissioni di Co2 del 20 per cento. Ma ridurre le emissioni del 20 per cento eviterebbe al pianeta di riscaldarsi di meno di un millesimo di grado! Meglio non dirlo ai ‘gilet gialli’!”. Meglio non dirlo, appunto. E continuare a nascondersi sotto il mantello virtuoso dell’ideologia verde e pulita. Per la verità sui cambiamenti climatici ci sarà tempo.
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