Foto Pixabay

La posizione del complottista Bernini contro Telethon è quella ufficiale del M5s

Luciano Capone

Contro la sperimentazione animale la stessa logica antivax

Roma. Paolo Bernini è uno dei personaggi più interessanti sbarcati in Parlamento grazie alla lotteria dei clic gestita dalla Casaleggio Associati. Il giovane deputato si è fatto subito notare perché sin dall’inizio della sua avventura parlamentare ha unito alcune delle storiche battaglie del blog di Beppe Grillo ad altre sue campagne personali. In una delle prime interviste a “Ballarò” spiegava il complotto dei microchip che l’ha reso celebre: “Ci controllano, ho visto un documentario, mettono i microchip sotto pelle, ma con internet e il M5s stiamo prendendo coscienza di questa cosa”. Poi si è lanciato telecamerina alla mano all’assalto, insieme al prode collega Carlo Sibilia, dei meeting segreti del temutissimo Bilderberg, ha svelato al paese che in realtà l’11 settembre è stato un “inside job” (della Cia? Del Mossad?) e che forse Bin Laden è ancora vivo. Ma soprattutto Bernini è uno dei più noti militanti vegani, uno di quelli che paragona gli allevamenti ai campi di concentramento nazisti e il bestiame alle vittime della Shoah.

 

E in questa veste di animalista fondamentalista, pochi giorni fa si è scagliato contro Telethon, colpevole di finanziare progetti di ricerca scientifica che utilizzano la sperimentazione animale, e contro la Rai che ospita la “maratona televisiva” per raccogliere fondi a favore della ricerca sulle malattie genetiche rare senza dare pari spazio a scienziati che non usano la sperimentazione animale. Come se la ricerca scientifica fosse un ristorante, dove si può offrire il menù tradizionale oppure quello vegano. Bernini a Telethon ha posto 16 domande volte a dimostrare l’inutilità dei modelli animali nella ricerca biomedica, la gran parte delle quali false o sbagliate nelle premesse o nelle conclusioni, del tipo: “Perchè la sperimentazione animale non è mai stata validata mentre molti metodi sostitutivi hanno superato delle apposite prove e sono registrati da un apposito organo europeo?”, “Se la sperimentazione animale è affidabile, perché è necessario poi sperimentare nell'uomo, spesso con gravi pericoli per la sua salute?”, “Dato che l’organismo del topo, abituato a bere acqua di fogna, è molto più resistente del nostro alle infezioni, perché viene usato per studiare le infezioni umane?”. Il tutto accompagnato da una falsa foto di una sperimentazione su una scimmia, che in realtà è il fotogramma di un film.

  

 

Il M5s, che da qualche tempo e in particolare dopo la polemica per le sue posizioni contro i vaccini cerca di apparire diverso da com’è, cioè meno antiscientifico e più moderato, ha cercato di bloccare immediatamente la polemica prendendo le distanza dal “portavoce Paolo Bernini: “La Fondazione Telethon raccoglie donazioni per finanziare la ricerca sulle malattie genetiche. Il suo intento è meritorio, soprattutto in un contesto in cui lo Stato ha abbandonato la ricerca a sé stessa. Per questo non abbiamo condiviso l’aver puntato il dito contro un’esperienza che dal 1990 ha fatto fare passi avanti alle cure per le patologie rare, alleviando le sofferenze di malati e delle loro famiglie”. Ma la presa di distanze dal suo portavoce conteneva in sé un’enorme contraddizione, visto che il M5s nello stesso comunicato scrive di essere “da sempre contrario alla vivisezione e alla sperimentazione sugli animali, ciò deve essere chiaro”. Una posizione che è esattamente identica a quella di Bernini. E d’altronde non poteva essere altrimenti, visto che l’opposizione alla sperimentazione animale è la linea ufficiale del Movimento 5 stelle: Beppe Grillo nella sua attività di scienziato comico – favorevole alla terapia Di Bella e contrario ai vaccini – in decine di post sul blog si è scagliato contro la sperimentazione animale, definita come “cattiva scienza”.

    

Non a caso il M5s è il partito che più di tutti si è battuto a favore delle restrizioni all'uso degli indispensabili modelli animali contenute in una legge che di fatto avrebbe impedito la ricerca scientifica e contro cui si sono battuti i principali istituti di ricerca pubblici e privati, da Telethon all’Airc passando per le principali università del paese. Alla fine il divieto che avrebbe bloccato i test sugli animali è stato aggirato solo grazie a una proroga di tre anni, che però lascia la situazione a livello legale nella stessa condizione di incertezza.

     

 

La scelta del M5s di sconfessare il povero Bernini, colpevole di aver espresso la posizione ufficiale del suo partito, è quindi piena di ipocrisia ed è dettata dall’opportunismo politico. In fondo il parlamentare animalista e complottista non ha espresso una posizione meno articolata di quella di Paola Taverna, senatrice della commissione sanità e possibile ministro della Salute del M5s, che spiegò in Parlamento l’articolata posizione del movimento rispetto all'uso dei modelli animali nella ricerca scientifica in questi termini: “Se c’è ancora qualcuno in quest’Aula che crede che, se su un maiale si prova il farmaco X e si ottiene la soluzione Y, ciò si verificherà anche nell'uomo, forse si sente molto simile ai maiali. E questa convinzione posso anche comprenderla per alcuni, ma io mi sento molto umana. Quindi, continuo a porre dei seri dubbi sul fatto che, se sul maiale si verifica una reazione, la avrò anche io”.

  • Luciano Capone
  • Cresciuto in Irpinia, a Savignano. Studi a Milano, Università Cattolica. Liberista per formazione, giornalista per deformazione. Al Foglio prima come lettore, poi collaboratore, infine redattore. Mi occupo principalmente di economia, ma anche di politica, inchieste, cultura, varie ed eventuali