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Così l'Italia si prepara a vaccinare i rifugiati in arrivo dall'Ucraina

Ruggiero Montenegro

Figliuolo e il ministero della Salute scrivono alle regioni affinchè attivino strutture vaccinali e di screening per chi scappa dalla guerra. E intanto si prepara anche la macchina dell'accoglienza. La comunità ucraina in Italia è tra le più grandi d'Europa

Vaccinare i rifugiati ucraini che arrivano in Italia, mettendo in campo tutte le attività di prevenzione e screening rispetto al rischio di contagio: la macchina sanitaria italiana si rimette in moto per garantire la sicurezza e la salute di chi arriva scappando dalla guerra, ma anche per evitare che l'arretramento della pandemia non subisca contraccolpi. Soprattutto ora che gli indicatori sono più rassicuranti, come certifica il monitoraggio odierno dell'Istituto superiore di sanità e il ministero della Salute: l'indice di trasmissibilità Rt è infatti a 0,75, al di sotto della soglia d'allerta fissata a 1, e anche l'incidenza, oggi a 433 casi ogni 100 mila abitanti, scende da qualche settimana. 

Così ieri, dopo la lettera di congedo, il commissario Francesco Paolo Figliuolo ha scritto nuovamente alle regioni, chiedendo agli enti locali di tenersi pronti, mobilitando strutture e personale per vaccinare i rifugiati "in analogia a quanto posto in essere lo scorso agosto in favore dei cittadini afghani", quindi favorendo la generazioni di codici Stp (Straniero temporaneamente presente), così da accedere al servizio sanitario per sei mesi. 

 

Inoltre, "si prega di voler allertare le aziende sanitarie locali ai fini della individuazione e della predisposizione di risorse necessarie all'esecuzione di test diagnostici ed alla somministrazione di vaccini anti-Covid-19 ed altre vaccinazioni di routine per tale popolazione a rischio. Le Asl dovranno, inoltre, assicurare le necessarie attività di sorveglianza, prevenzione e profilassi vaccinale anche in relazione alle altre malattie infettive", comunica in una circolare il ministero della Salute, in vista degli arrivi dall'Ucraina, dove il tasso di vaccinazione - molto basso - si aggirava prima dell'invasione russa intorno al 35 per cento.

 

Sarebbero almeno 4-5000 i rifugiati già in Italia, ma il numero è destinato ad aumentare, considerata l'escalation militare ma anche la possibilità di istituire momenti di tregua e corridoi umanitari, come è emerso dai negoziati di ieri tra Russia e Ucraina. E intanto l'Unione europea ha annunciato che le procedure per concedere lo status di rifugiati saranno molto più veloci, evitando la burocrazia, grazie a un accordo tra i ministeri dell'Interno europei.

 

 

Oltre a questo, bisogna poi considerare i numeri della comunità ucraina in Italia - almeno 230 mila, una delle più numerose in Europa. È probabile che in tanti provino a ricongiungersi con parenti e conoscenti. Secondo alcune stime si tratta di almeno 800mila ucraini che giungeranno in Italia. 

Non a caso, negli scorsi giorni l'Italia ha deciso con un decreto di disporre lo stato d'emergenza per l'accoglienza fino al 31 dicembre 2022, stanziando 10 milioni di euro a questo scopo. Contestualmente verranno agevolati gli ingressi nelle strutture che saranno possibili anche senza seguire il consueto iter. Il Viminale ha stabilito inoltre un aumento della capacità della rete d'accoglienza, con circa 15-16mila posti letto aggiuntivi, tra Cas (centri di accoglienza straordinaria) e sistema di accoglienza e integrazione (Sai). Uno sforzo con tutta probabilità insufficiente, per cui è in corso in questi giorni un censimento di appartamenti, hotel e strutture simili da utilizzare accanto ai grandi centri per un'accoglienza diffusa sul territorio. 

Anche perché già da domani si prevede che il flusso di migranti verso l'Italia possa farsi più significativo, come dimostrano le sempre più frequenti iniziative da parte della società civile, di associazioni e Ong che si metteranno a disposizione, come per esempio ha già annunciato la comunità di Sant'Egidio a Roma.