(foto Ansa)

smentiti dai dati

Le lezioni di Fedriga, Marsilio e dell'Aifa per Meloni e Salvini sui vaccini ai bambini

Giovanni Rodriquez

Il segretario della Lega e la leader di Fratelli d'Italia continuano a invocare la libertà di poter non vaccinare i loro figli. Un atteggiamento che si presta ad ambiguità e che viene sconfessato anche all'interno dei due stessi partiti

I bambini non si coinvolgono nella polemica politica”. Eravamo rimasti a quella frase pronunciata dall’allora vicepremier Matteo Salvini ad agosto 2019 per il caso del figlio ripreso sulla moto d’acqua della polizia. Evidentemente questa regola viene meno se si parla di vaccini. O per meglio dire, se si può seminare dubbi sulla loro sicurezza. In questo caso infatti il leader della Lega ha sentito il desiderio di raccontare in radio di non aver vaccinato contro il Covid la propria figlia: “Sono scelte che spettano a mamma, papà e pediatri, non sono certo materia di dibattito politico”, ha detto. Decidendo così – guarda un po’ – di tenere alto il livello di attenzione proprio su quel tema della somministrazione dei vaccini contro il Covid ai più piccoli già aperto lo scorso martedì dall’alleata Giorgia Meloni. La leader di Fratelli d’Italia in un’intervista a La Stampa aveva spiegato di aver deciso di non vaccinare sua figlia “perché il vaccino non è una religione, ma una medicina, quindi valuto il rapporto rischio-beneficio, e le possibilità che un ragazzo muoia di covid sono le stesse che uno muoia colpito da un fulmine".

Tra i due sembra così riaprirsi una gara a distanza per accaparrarsi le simpatie di quella minoranza rumorosa ostile a questi vaccini. Ora, premesso che ogni genitore è libero di decidere se vaccinare o meno i propri figli contro il Covid, non possiamo però peccare di ingenuità e ignorare il fatto che dichiarazioni pubbliche di questo tenore rilasciate da leader politici non abbiano ripercussioni sulle incertezze di migliaia di famiglie. E viene quasi da sorridere nel leggere il riferimento alla “religione” fatto da Meloni. Proprio nel giorno in cui il giudice tutelare di Modena è dovuto intervenire per accogliere un ricorso dell'ospedale Sant'Orsola di Bologna sul caso di un bambino affetto da una cardiopatia che necessitava di intervento chirurgico la cui famiglia rifiutava trasfusioni di sangue da donatori vaccinati contro il Covid. E non si pensi a un caso limite isolato. La stessa Avis è dovuta intervenire sul caso parlando di un “triste epilogo della disinformazione e del pregiudizio” diffusi tra i cittadini che rischiano di compromettere l’intero sistema di donazione. Diciamo quindi che la leader di Fratelli d’Italia farebbe bene a rivolgersi a queste persone quando decide di accostare i vaccini alla “religione”. Quanto al rischio-beneficio, della materia se ne sono già occupate non solo le autorità regolatorie che hanno approvato questi vaccini per la fascia di età 5-11 anni, ma anche tutte quelle società scientifiche di pediatria che li raccomandano.

Il caso poi vuole che le dichiarazioni di Salvini arrivino proprio nel giorno in cui Aifa ha presentato il suo rapporto annuale sulla sicurezza dei vaccini contro il Covid. E qui troviamo non solo dati che confermano la sicurezza di questi prodotti, ma anche evidenze che smentiscono le equiparazioni con i decessi da fulmine presentate dalla 'Meloni-vigilanza' vaccinale. In Italia, i dati messi a disposizione dall’Iss riportano dall’inizio della pandemia un totale di oltre 263.000 casi di infezione nei bambini di età 6-11 anni (dati aggiornati al 1 dicembre 2021): 1.453 sono stati ricoverati in ospedale, di cui 36 in terapia intensiva e 9 sono morti. I rischi non riguardano solo i bambini più fragili. Da un rapporto Ecdc si evince che la maggior parte dei bambini di 5-11 anni ospedalizzati a causa del Covid non presentava alcun fattore di rischio. Anche nei casi in cui l’infezione decorra in maniera quasi o completamente asintomatica, non è infatti possibile escludere la comparsa di complicazioni quali la sindrome infiammatoria multisistemica oltre al long Covid. Fortunatamente non tutti dentro Lega e Fratelli d’Italia condividono le posizioni di Salvini e Meloni. Il presidente del Friuli Venezia Giulia Massimiliano Fedriga (Lega) e quello dell’Abruzzo Marco Marsilio (FdI) hanno più volte contestato pubblicamente e con forza le campagne di disinformazione contro i vaccini anti Covid, invitando l’intera coalizione a restare unita su questo tema evitando pericolose derive complottistiche. I due governatori hanno anche difeso l’obbligo di vaccinazione e di green pass nei mesi scorsi. A dimostrazione che un altra destra di governo, europeista e responsabile è possibile. Anche in Italia.

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