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Digital Covid certificate

L'Ue approva il green pass: sarà valido dal 1° luglio

Redazione

Dopo alcuni mesi di trattative tra gli Stati membri, arriva il via libera definitivo al certificato che permetterà di muoversi nell'Ue: ecco quanto dura e come ottenerlo

Il Digital Covid certificate, il documento che permetterà la circolazione tra paesi Ue senza restrizioni o quarantene, entrerà ufficialmente in vigore sul territorio europeo dal 1° luglio. Il semaforo verde è arrivato questa mattina, quando il Parlamento europeo ha comunicato i risultati della votazione della plenaria di ieri: 546 voti a favore, 93 contrari e 51 astensioni. Di Green pass europeo si discuteva già da qualche mese, con gli stati membri divisi sul nome da dare al documento e su alcuni dettagli tecnici, come avevamo ricostruito su queste pagine. Ora il testo del provvedimento dovrà essere formalmente adottato dal Consiglio e quindi pubblicato nella Gazzetta Ufficiale. Il sistema resterà in vigore per un anno.

 

Come funziona e come ottenere il Digital Covid certificate

Sarà rilasciato gratuitamente dalle autorità nazionali e sarà disponibile in formato digitale o cartaceo, comunque associato a codice Qr. Come nel caso del Green pass italiano, il certificato europeo si potrà ottenere in tre casi - avvenuta vaccinazione, essere guariti dal Covid e test negativo - e avrà tempi di validità diversi. Il pass verrà rilasciato dopo 14 giorni dal completamento del ciclo di vaccinazioni (una sola dose nel caso del siero Johnson & Johnson) e avrà valore per 9 mesi. Per chi invece è guarito dall'infezione la validità scende a 6 mesi; nel caso di tampone dall'esito negativo, avrà valenza per sole 48 ore. Per consentire di contenere i prezzi dei tamponi, la Commissione europea ha stanziato inoltre 100 milioni di euro.

 

Regole uniche e una piattaforma europea

Gli stati Ue non potranno imporre limitazioni ulteriori in termini di quarantena e test "a meno che non siano necessarie e proporzionate per salvaguardare la salute pubblica", recita il provvedimento, e comunque tenendo conto delle evidenze scientifiche, "compresi i dati epidemiologici pubblicati dal Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc)". In ogni caso le nazioni dovranno notificare eventuali cambiamenti con un preavviso di 48 ore agli altri stati membri e alla Commissione. Per i cittadini il preavviso sarà di appena 24 ore. Si tratta comunque di situazioni e soluzioni limite, alle quali gli stati non si aspettano di dover ricorrere.

 

Tutti gli stati inoltre si impegnano a riconoscere i certificati rilasciati dagli altri stati membri: per questo è stato istituito il Gateway, una piattaforma in grado di informatizzare e sistematizzare tutti i pass rilasciati a livello europeo. È già operativa da inizio giugno, e attraverso questa modalità sono stati rilasciati circa un milione di certificati, mentre è stato concesso un periodo di sei settimane affinché i pass già attivati a livello nazionale vengano omologati al sistema comunitario.

 

 

Agli stati resta in ogni caso uno spazio di manovra, seppur limitato: si può scegliere di riconoscere il Pass anche dopo la prima dose di vaccino - come già accade su scala nazionale per l'Italia - ma non vi è l'obbligo per gli altri paesi di garantire lo stesso trattamento. Infine, il certificato vale per i cittadini Ue a cui sono stati somministrati  vaccini autorizzati dall'Ema, ma resta in capo ai governi nazionali la possibilità di riconoscere altri vaccini, che beneficiano dell'autorizzazione di emergenza (è il caso per esempio di Sputnik in Ungheria).

 

 

Vaccini in vacanza: da Figliuolo un sì con riserva
 

Intanto, questa mattina il Commissario Francesco Paolo Figliuolo è tornato a parlare della possibilità di vaccinare gli italiani in vacanza, in particolare per quanto riguarda la seconda dose: "È più uno spot che una necessità", ho chiarito il generale ai microfoni di Radio 24, ma "siamo già organizzati per i lavoratori non residenti o chi si sposta in altra regione per lungo tempo,  e poi c'è flessibilità sulla seconda dose per scaglionarla". Insomma gli strumenti ci sono, si stratta di metterli in pratica. "Il presidente della Conferenza delle Regioni Fedriga mi ha chiesto della seconda dose in vacanza. - ha concluso Figliuolo, rimandando la palla ai territori - Ho appena scritto e la risposta è positiva ma toccherà alle regioni organizzarsi".

 

 

 

 

 

 

 

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