(Foto Ansa)

La novità

Il Green Pass italiano sarà valido già dopo la prima dose di vaccino

Ruggiero Montenegro

Il certificato potrà essere richiesto contestualmente alla prima somministrazione e avrà valore dopo 15 giorni. E sarà valido nove mesi dal completamento del ciclo vaccinale: con AstraZeneca si arriva a quasi un anno

Il nuovo certificato verde, lo strumento a cui il governo ha legato una buona parte della strategia di ripartenza, sarà valido per nove mesi dal completamento del ciclo vaccinale. Non più sei mesi dunque, come prevedeva il provvedimento precedente. Il decreto n. 65, quello in vigore da ieri, dopo la Cabina di regia sulla riaperture di inizio settimana, ne ha allungato i termini, integrando le disposizioni precedenti e chiarendone ulteriormente le modalità di utilizzo. L'articolo 14 spiega infatti che la certificazione sarà rilasciata “anche contestualmente alla somministrazione della prima dose di vaccino e ha validità dal quindicesimo giorno successivo alla somministrazione fino alla data prevista per il completamento del ciclo vaccinale”. Dopodiché, il via libera avrà una durata di nove mesi.

 

Ciò vuol dire che, nei fatti, il green pass italiano potrà avere una durata diversa a seconda del vaccino a cui si è sottoposti, e ai relativi tempi del richiamo. A eccezione, ovviamente, di quello Johnson & Johnson che viene inoculato in un'unica soluzione. In questo quadro allora, il certificato che si può ottenere vaccinandosi con AstraZeneca avrà valore per quasi un anno: secondo le raccomandazioni Aifa e le seguenti circolari ministeriali, la seconda dose del farmaco anglo-svedese deve essere somministrata a 12 settimane dalla prima, tra i 78 e gli 84 giorni, e questo vuol dire che ai nove mesi previsti dal decreto si aggiunge il lasso di tempo che intercorre tra le due vaccinazioni. Si superano così gli undici mesi.

 

Discorso analogo per gli altri vaccini attualmente utilizzati in Italia, quelli a mRna come Pfizer e Moderna: in questo caso il richiamo è previsto dopo 42 giorni dalla prima inoculazione e il certificato verde è quindi effettivamente valido per circa 10 mesi. Si tratta comunque di tempistiche che potrebbero cambiare nei prossimi giorni, nel caso in cui l'Agenzia del farmaco italiana ne raccomandasse un utilizzo diverso. Proprio ieri infatti, parlando in audizione al Senato, il direttore dell'Aifa Giorgio Palù, ha spiegato che sulla base di studi scientifici è al vaglio l'ipotesi di allungare ulteriormente i tempi: “Su 'Nature' la settimana scorsa è stato pubblicato un lavoro che dimostra come potremmo ritardare anche di 90 giorni la seconda dose con un vaccino anti-Covid a mRna, perché la risposta che si ha nel richiamo, il cosiddetto boost, è ancora più forte”.

 

 

Intanto, e in attesa del green pass europeo che dovrebbe arrivare a giugno, restano valide anche le altre modalità per ottenere il lasciapassare nazionale, ovvero essere in possesso di un documento che dimostri la guarigione dall'infezione (un certificato di fine isolamento o quello della Asl e della struttura ospedaliera presso cui si è stati in cura). In questo caso vale per 6 mesi. Oppure risultare negativi a un test molecolare o antigenico rapido: basterà fare un tampone nelle 48 ore che precedono lo spostamento o l'attività per cui se ne fa richiesta. La validità della certificazione è di 48 ore dall'effettuazione del test.
 

Di più su questi argomenti: