Roma capoccia

La presenza dei serpenti a Roma non è come quella di gabbiani e cinghiali. Parla l'esperto

Pietro Bartolini

Da giorni si registrano segnalazioni di rettili per le strade della capitale. "La presenza di questi animali è indice di una catena ecologica e alimentare che funziona”, ci dice il capo reparto del rettilario del Bioparco

Dopo gabbiani e cinghiali, ora anche i serpenti? Negli ultimi giorni sono circa 60 le segnalazioni della presenza di rettili per le vie della Capitale. Ma, garantisce Daniele Macale, non c’è nessuna invasione: “La questione che interessa cinghiali e gabbiani è legata al degrado, la presenza di serpenti è invece indice di una catena ecologica e alimentare che funziona”, assicura al Foglio il capo reparto del rettilario del Bioparco di Roma. E spiega: “La questione dei rifiuti non è in stretta relazione, i serpenti in Italia sono piccoli e non mangiano altro che piccoli animali”.

Ma cosa spinge questi rari esemplari a ripopolare l’ambiente urbano? ”La motivazione principale è sicuramente il clima, quest’anno è stato più piovoso e la catena alimentare è di conseguenza rimasta più attiva”, risponde Macale. Ma non solo, Roma è la capitale europea con la maggior superficie verde: “Questo ha permesso la definizione di ‘corridoi ecologici’, spazi verdi che collegano più zone della città, favorendo lo spostamento degli animali tra queste aree”.

Qual è, quindi, l’atteggiamento da adottare nel caso ci si imbattesse in un rettile? “E’ doveroso fare attenzione, certo, ma i famosi serpenti che ci saltano alla giugulare non fanno parte del nostro ecosistema”, continua l’esperto, secondo cui resta importante l’educazione, anche a scuola, contro i pregiudizi verso questi animali rari. Che oltretutto sono difesi dalla legge: “Tutti i serpenti sono protetti da norme che ne proibiscono l’uccisione, la cattura e il disturbo, in quanto ‘ago della bilancia’ dell’ecosistema”.

Di più su questi argomenti: