(foto LaPresse)

Roma Capoccia

Chi è Enzo Foschi, candidato unico alla segreteria Pd romana

Marianna Rizzini

Tregua dem tra regione e città: Daniele Leodori, ex vice di Zingaretti, viene eletto segretario per il Lazio con il 95 per cento dei voti. In città invece l’unico nome papabile è il coordinatore della mozione Schlein

Il Pd laziale, dopo le primarie del 18 giugno, ha un nuovo segretario, Daniele Leodori, ex vice di Nicola Zingaretti e attuale vicepresidente del Consiglio regionale. La proclamazione ufficiale avverrà lunedì prossimo, nel corso dell’assemblea regionale Pd, momento conclusivo di una campagna che ha visto materializzarsi, attorno a Leodori (95 per cento dei voti contro il 5 dello sfidante Mariano Angelucci), una serie di liste non tutte appartenenti alla stessa area del partito (dietro le liste ci sono le “correnti”, per dirla con un termine che, in una parte del Pd locale, si vorrebbe eliminare dal vocabolario e dalla realtà dei fatti): pax romana, dunque, e sindaco Roberto Gualtieri al riparo dagli attacchi che in passato avevano portato la giunta sull’orlo dell’esposizione alle richieste di rimpasto.

 

Tutto rientrato, e tutto ancora più rinvigorito, in prospettiva, dalla circostanza che vede lo zingarettiano Enzo Foschi, ex vicesegretario del Pd Lazio e coordinatore romano della mozione Schlein al congresso, candidato unico alla successione ad Andrea Casu come segretario del Pd romano. Tutto si tiene? Chissà. Intanto, la raggiunta unanimità sul nome è frutto di mesi in cui si vociferava di altre candidature, poi sfiorite: Foschi è visto come colui che può far dialogare l’area romana che ha sostenuto al congresso Elly Schlein (zingarettiani più AreaDem) e l’area bonacciniana che fa capo al deputato Claudio Mancini. “Il partito che voglio deve fare da sentinella sul territorio”, ha detto Foschi, veterano pd che si è fatto le ossa nell’ex Pci-Pds-Ds di periferia e a cui settanta segretari dei circolo hanno chiesto di candidarsi (consultazioni tra il 26 giugno e il 9 luglio).

 

Già consigliere municipale, comunale e regionale, classe 1966, romano di Garbatella, a un certo punto capo della segreteria di Ignazio Marino, Foschi ha iniziato la carriera politica al liceo Socrate, dove è stato rappresentante degli studenti. Nel 1993 è stato eletto consigliere comunale, e ha lavorato sia con Francesco Rutelli sia con Walter Veltroni, occupandosi di politiche sociali e abitative, sport e diritti. Il suo pallino (condiviso con Schlein) è il lavoro. L’estate scorsa, a monte delle elezioni politiche, Foschi definiva “malattia del centrosinistra” l’esposizione pubblica dei panni sporchi: “Non siamo capaci di fare quadrato nei momenti di bisogno, capendo che ci sono molte più istanze che ci tengono insieme di quelle che ci dividono”. La pax romana sarà vera o apparente? 

Di più su questi argomenti:
  • Marianna Rizzini
  • Marianna Rizzini è nata e cresciuta a Roma, tra il liceo Visconti e l'Università La Sapienza, assorbendo forse i tic di entrambi gli ambienti, ma più del Visconti che della Sapienza. Per fortuna l'hanno spedita per tempo a Milano, anche se poi è tornata indietro. Lavora al Foglio dai primi anni del Millennio e scrive per lo più ritratti di personaggi politici o articoli su sinistre sinistrate, Cinque Stelle e populisti del web, ma può capitare la paginata che non ti aspetti (strani individui, perfetti sconosciuti, storie improbabili, robot, film, cartoni animati). E' nata in una famiglia pazza, ma con il senno di poi neanche tanto. Vive a Trastevere, è mamma di Tea, esce volentieri, non è un asso dei fornelli.