Bambini giocano a rugby sul campo inaugurato presso l'oratorio di Sant’Agnese a Quarto Oggiaro (foto LaPresse)

Rugby di periferia

Maurizio Crippa

Il campo all’oratorio di Quarto Oggiaro con la grinta di Domínguez, il Comune e i soldi di Mediobanca

Le periferie sono “un incubo”, si sa, per Beppe Sala. Ma anche una meta da raggiungere, fosse pure a sportellate e a zig-zag tra le difficoltà, come nel rugby. Così, intanto che il piano del risanamento delle periferie (il sindaco ora preferisce chiamarlo Piano quartieri) procede un po’ a rilento – “bisogna aver pazienza. La differenza tra centro e periferia che vediamo oggi si è creata negli ultimi decenni. Per modificare la situazione occorrono anni di lavoro” ha detto di recente – puntando sull’edilizia popolare e la riqualificazione, ci si inventa altro. Il rugby, ad esempio. Nei giorniv in cui finalmente partiva la demolizione del celebre “ecomostro” di Rogoredo, uno dei primi step dell’intervento sull’area Porto Di Mare-Corvetto, nella città del calcio la scorsa settimana è avvenuto un piccolo fatto significativo.

 

A Quarto Oggiaro, quartiere disagiato per antonomasia del nord ovest milanese, quello un tempo operaio ma dove oggi il Pd non batte chiodo, all’oratorio di Sant’Agnese è arrivato il rugby. Con l’inaugurazione di un campo. E con un progetto non casuale, una di quelle che si chiamano buone pratiche in cui tutti danno una mano. Dietro allo sbarco del rugby a Quarto Oggiaro c’è la sagoma di un omone tutto muscoli e vitalità che si chiama Diego Domínguez, gran campione della palla ovale e poi allenatore nato in Argentina, ma che a un certo punto della sua carriera aveva incontrato Milano – sì, la sua mamma era milanese, e così ottenne la cittadinanza italiana e la maglia azzurra. A Milano lo portò, per un po’, quella che allora si chiamava Amatori Milano, la squadra di rugby di Silvio Berlusconi. Tra le sue tante attività dopo aver smesso col campo, Dominguez s’è preso a cuore questa idea. Insieme al Cus Milano Rugby, al Comune e col sostegno economico del gruppo MedioBanca. E’ il progetto “Insieme”, si rivolge agli alunni delle scuole primarie e secondarie e ha lo scopo di promuovere lo sport come fattore “di aggregazione sociale e occasione di crescita per i minori appartenenti a fasce socialmente deboli e a rischio esclusione”.

 

A inaugurare il campo di Quarto Oggiaro c’era il vulcanico ex mediano d’apertura, assieme a Sala, all’assessore allo Sport Roberta Guaineri e all’amministratore delegato di Mediobanca, Alberto Nagel, che per una volta ha dismesso il ruolo del grande finanziere per vestire la maglia del buon finanziatore: “Contribuire alla creazione di nuove strutture sportive è uno dei punti di partenza affinché lo sport possa diventare leva importante per promuovere la socialità e per garantire un futuro migliore ai nostri ragazzi”, ha detto. La star però era Dominguez, uno cui il rugby piace insegnarlo, trasmetterne l’anima, per la sua carica positiva di lealtà, di spirito di squadra e di disciplina. Aspetti “educativi” che, non a caso, stanno portando tanti genitori a preferirlo al calcio, che spesso anche ai livelli giovanili ha introiettato i veleni tipici della passionaccia nazionale. Sogni di contratto inclusi. “Quello che stiamo portando avanti con questo progetto è fondamentale – ha detto – Integrazione, educazione e formazione dei giovani. Attraverso lo sport vogliamo permettere ai ragazzi di acquisire determinati valori e per farlo servono tempo, metodo, persone e strutture di livello. Se tutto funzionerà bene, poi, la catena continuerà nella sua ciclicità trovando in quelli che oggi sono i ragazzi gli educatori del domani”. Pensa in grande, Dominguez, uno che alla meta ci sa arrivare: “Nessuno si aspettava di arrivare a concretizzare una cosa del genere in città, e in una periferia come questa, ma l’abbiamo fatta. Per il futuro non ci vogliamo fermare comunque, l’obiettivo è quello di portare impianti come questi in tutta la città”. Perché è solo l’inizio del programma varato con il Comune e Mediobanca. Poi arriveranno impianti in altre zone di Milano, a partire da via Padova e Baggio. Altre periferie in cerca di anima, partendo da una palla ovale.

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  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"