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Anziché ai proprietari, gli studenti in tenda dovrebbero fare la guerra ai turisti

Camillo Langone

Nelle grandi città italiane non c’è più spazio. E gli universitari in cerca di casa e i gitanti si somigliano molto: entrambi sradicati, entrambi per nulla pascaliani. Era Pascal a insegnare: “tutta l’infelicità degli uomini deriva dal non sapersene stare tranquilli in una stanza”

Pascal, Blaise Pascal, tu hai insegnato che “tutta l’infelicità degli uomini deriva dal non sapersene stare tranquilli in una stanza”, purtroppo molti studenti non ti hanno studiato, hanno abbandonato il tetto famigliare e ora si trovano sotto una tenda. Non hanno studiato nemmeno l’economia, e li capisco pure, è scienza complicata oltre che triste. Dunque non sanno che i prezzi sono segnali (se sono troppi alti avvisano, ad esempio, che è ora di comprare o affittare altrove). Ma non hanno studiato nemmeno il principio dell’impenetrabilità dei corpi, noto perfino a me che l’università l’ho vista col binocolo: “Lo spazio occupato da un corpo non può essere, allo stesso tempo, occupato da un altro corpo”. Nelle grandi città italiane non c’è più spazio. Fatto evidente a chiunque provenga dalla provincia: non c’è più spazio nelle stazioni, nelle strade, nei parcheggi, negli alberghi, nei ristoranti, nei musei… Questo è in gran parte dovuto all’esplosione turistica, alla moderna incapacità delle masse (ai tuoi tempi viaggiavano solo pochi avventurieri) di starsene tranquille a casa propria. Anziché ai proprietari, gli studenti dovrebbero fare la guerra ai turisti. E sarebbe una guerra civile perché i due gruppi si somigliano molto: entrambi sradicati, entrambi per nulla pascaliani.

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  • Camillo Langone
  • Vive tra Parma e Trani. Scrive sui giornali e pubblica libri: l'ultimo è "La ragazza immortale" (La nave di Teseo).