Il congresso del Partito comunista cinese (Ansa)  

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Il problema non sono i cinesi, sono i comunisti

Camillo Langone

Esiste un’altra Cina, non comunista ossia non prepotente che oggi si chiama Taiwan e un tempo si chiamava Formosa, nome incantevole. Produce buoni computer e semiconduttori. Tenerne conto quando ci si compra la robaccia cinese che si rompe dopo tre giorni

Compro una felpa e la cerniera si rompe dopo tre giorni. È fatta in Cina. Compro una sveglia (uso la sveglia, non voglio telefoni in camera da letto) e arriva già rotta. È fatta in Cina. Sto parlando di una sveglia di gran design, di una felpa di bella marca, tuttavia realizzate subdolamente in Cina, nazione dove si producono tantissime cose che costano poco e valgono pochissimo, buone per l’Occidente fatiscente, accecato dal Venerdì Nero e perciò ignaro di questa legge: “Chi meno spende, più spende”. Lo stesso Occidente oggi ulteriormente sinizzato dal virus (portare la mascherina per molto tempo forse fa ingiallire la pelle, di sicuro fa ingiallire il cervello). Ma grazie a Dio e allo scudo militare Usa esiste un’altra Cina, una Cina piccola, una Cina non comunista ossia non prepotente che oggi si chiama Taiwan e un tempo si chiamava Formosa, nome incantevole dato dai navigatori portoghesi. Consiste in un’isola del Mar Cinese dal clima subtropicale sulle cui montagne vivono uccelli coloratissimi (gazze e fagiani blu!) e dalle cui fabbriche escono buoni computer e indispensabili semiconduttori, siccome la bassa qualità non è un dato razziale, è un dato politico: il problema non sono i cinesi, il problema sono i comunisti. Cercansi cerniere e sveglie taiwanesi.

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  • Camillo Langone
  • Vive tra Parma e Trani. Scrive sui giornali e pubblica libri: l'ultimo è "La ragazza immortale" (La nave di Teseo).