Gottfried Benn (Wikimedia Commons) 

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L'autobiografia di Gottfried Benn, rarefatta e reticente ma ricca di insegnamenti

Camillo Langone

Uno di quei titoli aristocratici e incommerciali che fanno della Adelphi la Adelphi, oggi rieditato per il godimento di felici pochi. Lezioni preziose come il ruolo dei Santi contro il nichilismo, e la superiorità dello stile su tutto

“I canti di Natale sono vietati; si auspicano, durante il servizio, riflessioni sul solstizio invernale con particolare riguardo al rinnovarsi della luce dal grembo della grande Madre Natura”. “Doppia vita” di Gottfried Benn è uno di quei titoli aristocratici e incommerciali che fanno della Adelphi la Adelphi, oggi rieditato per il godimento di noi felici pochi.

 

Autobiografia tedesca e novecentesca, rarefatta e reticente e però ricca di insegnamenti preziosi:

1) la differenza fra arte e cultura;

2) il ruolo dei Santi contro il nichilismo (riconosciuto da un ateo irriducibile);

3) la superiorità dello stile su tutto;

4) l’antihitlerismo degli ufficiali della Wehrmacht (Benn era medico militare);

5) l’idiozia dei nazisti, “quei sei pagliacci che credevano di saperne di più, da soli, dei secoli che li avevano preceduti” e che persero tempo a perseguitare anche un letterato impolitico e appartato come l’autore;

6) il paganesimo dei succitati, fanatici di Madre Natura come succede spesso (pure oggi) ai nemici del Figlio dell’Uomo e dunque dell’uomo.

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  • Camillo Langone
  • Vive tra Parma e Trani. Scrive sui giornali e pubblica libri: l'ultimo è "La ragazza immortale" (La nave di Teseo).