proteste di Extinction Rebellion a Westminster, Inghilterra (Foto di Jack Taylor/Getty Images)

il foglio del weekend

I nuovi pagani. L'ecologia come religione per sostituire il cristianesimo cancellato

“La nostra decadenza è una spossatezza, stanchezza, e siamo in un momento di declino. Lo vediamo dalla cancel culture”

Giulio Meotti

Si baciano alberi e si adorano balene: “Con la fine della cristianità in Occidente si torna al politeismo”. Intervista alla filosofa Chantal Delsol

"Siamo entrati in una nuova èra. Ma non diventeremo atei. Molti cristiani pensano al nichilismo, il nulla. Ma hanno torto. Nessuna cultura vive di nichilismo. Allo stato naturale, tutte le società umane sono ‘pagane’, politeiste, dotate di credenze immanenti. È il monoteismo ebraico e cristiano che costituisce un’eccezione, con un Dio unico e trascendente. Quando il monoteismo svanisce, la società ritorna a forme di paganesimo”.
È questa la tesi di “La fin de la chrétienté”, il nuovo libro della filosofa francese Chantal Delsol, la più nota pensatrice francese cattolica, che ha fondato l’Istituto Hannah Arendt nel 1993 e membro dell’Accademia di scienze morali e politiche, la famosa “cupola” della cultura francese.

  

Liberal-conservatrice, Delsol è stata allieva del filosofo Julien Freund. Delsol spiega che le “dighe dogmatiche”, che si tratti di aborto, matrimonio gay o riproduzione assistita, sono crollate abbastanza facilmente. Anche se ci sono voluti alcuni anni. “Possiamo considerare che ci sono voluti due secoli. Per due secoli, la chiesa ha combattuto”. Ora l’occidente è nello stadio della liquefazione della cristianità.

     
“La civiltà occidentale è strettamente legata al cristianesimo, è stata prodotta dai greco-romani e dal giudeo-cristianesimo”, spiega Al Foglio Delsol. “Si identificò con la cristianità e poi con l’Illuminismo, che rappresenta l’inizio della fine della cristianità e la mette in discussione brutalmente riprendendone molte delle sue caratteristiche (freccia del tempo ed emancipazione, l’idea di verità). Il cristianesimo impiega due secoli a morire, dal XVIII secolo. Per l’occidente, la fine della cristianità è ora il regno dell’illuminismo senza limiti o emancipazione illimitata. La cristianità ha inventato l’emancipazione, ma le aveva posto dei limiti. Il transumanesimo, il wokismo, sono espressioni di emancipazione senza misura né legge. In questo momento non sappiamo che ne sarà dell’Illuminismo senza una riflessione sull’antropologia, che ci viene dal cristianesimo”. 

     

Manifestanti di Extinction Rebellion, blocco della struttura di manutenzione della piattaforma petrolifera a Invergordon, Scozia (Jeff J Mitchell/Getty Images) 
   

Il cristianesimo in occidente viene gradualmente sostituito dal suo surrogato, dai suoi sostituti, dai suoi echi. “Una religione non muore mai. I suoi resti sono recuperati da quel che segue. I primi cristiani si stabilirono in templi pagani, di cui trasformarono i significati. Non ci fu tabula rasa. Tutta la cultura è un palinsesto. Così è la modernità con il cristianesimo. La fede nella trascendenza crolla, ma l’edificio non scompare, viene riciclato. Uno storico americano della religione, Joseph Bottum, ha descritto il riciclaggio della trascendenza nell’immanenza nel corso del XX secolo e come i cieli si siano virtualmente schiantati sulla terra. La preoccupazione per la salvezza si è trasformata in preoccupazione per la salvezza sociale”. 

     
Siamo in grado di sopravvivere come Europa a questo processo? “Credo che sia un processo inevitabile. Questo non vuol dire che non possa esserci un rinnovamento cristiano nei secoli a venire: nessuno è profeta. Ma i sedici secoli di cristianesimo occidentale, da Teodosio alle leggi sociali della seconda metà del Novecento, sono un episodio chiuso. Se l’Europa può sopravvivere? Ovviamente! Si trasforma pur rimanendo la stessa, le sue convinzioni e volontà cambiano. Rimarrà diversa dalle altre civiltà, perché segnata dall’Illuminismo. Naturalmente la vecchia Europa, ancora così presente solo un secolo fa (e questo è così vero in Italia!), non esiste più. È un modo di vivere e di pensare che è crollato, sostituito da qualcosa di molto diverso, ma che comunque nasce dalla nostra tradizione, più dalla nostra tradizione moderna che dalle nostre antiche radici”.
Chantal Delsol è uno di quei filosofi cattolici per i quali la fine della cristianità segna una catastrofe di cui non abbiamo ancora finito di pagare il prezzo. Contro le Cassandre cattoliche, Delsol avverte che la morte dell’occidente cristiano non porterà a un crollo, ma al ritorno delle antiche “saggezze” e l’islam non prenderà il posto del cristianesimo. “Potrei sbagliarmi ovviamente, ma non credo nell’islamizzazione dell’Europa.

    

Una protesta di Extinction Rebellion il 31 agosto 2020 a Londra (Foto di Hollie Adams/Getty Images) 
   

Naturalmente abbiamo una grande percentuale di musulmani sul nostro suolo, che sarà sempre più importante. Questa è una conseguenza delle nostre colonizzazioni (parlo della Francia). Quando imponiamo la nostra lingua per secoli a un paese conquistato, non possiamo evitare ciò che sta accadendo ora e penso che siamo responsabili delle vanità dei nostri antenati, ora dobbiamo assumercene la responsabilità. Tuttavia, non credo che tutti questi musulmani costituiranno nei nostri territori una religione forte in grado di sostituire il cristianesimo. La maggior parte dei musulmani europei si adatta allo spirito di emancipazione. Tutti questi migranti o figli di migranti conservano una cultura musulmana, ma in sintonia con lo spirito dei tempi. Non vediamo come tutte le ragazze di origine musulmana vogliano tornare nell’harem... Certo, c’è e ci sarà un segmento di questa popolazione che aderisce al radicalismo e non si integrerà affatto. È impossibile conoscere la percentuale esatta. Per molto tempo avremo problemi con il radicalismo, il terrorismo e tutti i problemi correlati. Credo che questa rimanga una minoranza, per quanto preoccupante. Certo, l’imponente numero di persone di cultura musulmana, anche integrate, darà all’occidente nuove tendenze, abitudini e fede. Cambieremo quando entreremo in contatto con loro, anche se non possiamo ancora dire come. Ma nessuna civiltà o cultura sta mai ferma, è in continua evoluzione e nessuno potrà mai voler rimanere lo stesso! Per quanto riguarda il paganesimo, sì, penso che sia la nuova religione del nostro tempo, dopo la fine del cristianesimo e ora che il cristianesimo è diventato minoranza. Insisto su questo: molti cristiani pensano al nichilismo, il nulla. Ma hanno torto. Nessuna cultura vive di nichilismo, non esiste. Gli esseri umani hanno bisogno di credenze, anche se non sono religioni stabilite”.

   

Le virtù essenziali della morale cristiana si sono trasformate in una sorta di morale laica. “Gli scrittori del XX secolo (Scheler, Kolnai, Chesterton) l’hanno chiamato umanitarismo. Questo per distinguerlo dall’umanesimo, perché non siamo più umanisti, avendo espulso l’uomo dal centro del mondo. L’umanitarismo rivendica le virtù cristiane della compassione e dell’uguaglianza e li ricicla nell’immanenza di un mondo senza dio”. La chiesa cattolica è tramortita. “I casi di pedofilia, dove vediamo che il peccato cerca di nascondersi, hanno inferto un colpo terribile a un’istituzione già molto malata, e che continua la sua caduta nei paesi più cattolici del Vecchio Continente: Spagna, Irlanda , Polonia”. 

     
Quali saranno le caratteristiche di questa nuova spiritualità? Ecologia? Eugenetica? Utilitarismo? Culto della migrazione? “Non parlare al futuro! Ci siamo già! Certo che hai ragione, l’ecologia è la religione principale del nostro tempo. Devo chiarire una cosa importante su questo argomento. Le gravi questioni ecologiche che ci riguardano attualmente, sono questioni scientifiche, risultanti da dati scientifici. Ma quello che sta accadendo è che questa scienza dà origine a una religione ecologica o si trasforma in una religione ecologica. In altre parole, si vede sopraffatto da credenze e paure che lo minano e lo danneggiano, addirittura ne mettono in dubbio la veridicità. Oggi l’ecologia funziona come una religione: ha i suoi sommi sacerdoti e le sue grandi messe, il suo catechismo insegnato ai bambini, la sua profetessa, le sue scomuniche e i suoi anatemi. Il fatto stesso, ad esempio, che agli scettici del clima sia proibito parlare, mostra che la fede religiosa si sta insinuando al posto del pensiero scientifico. Una scienza in linea di principio non teme i suoi avversari: discute, non lancia anatemi. Penso che l’ecologia sia diventata una religione per sostituire il cristianesimo cancellato. È una forma di panteismo, e la religione comune oggi è il panteismo, o il cosmoteismo se vuoi – persone che baciano alberi o adorano balene, inni alla madre terra ecc. Il nostro contemporaneo ha completamente cancellato la trascendenza e adora questo mondo. Ho fatto l’esempio della Lettera a Diogneto dal cristianesimo primitivo, dove l’anonimo dice a Diogneto che i cristiani in questo mondo sono ‘stranieri domiciliati’ – cioè, i cristiani desiderano un altro mondo. I nostri contemporanei non vogliono più essere ‘stranieri domiciliati’, non vogliono più che questa terra sia un ‘soggiorno’ mentre l’aldilà sarebbe l’unica ‘casa’, vogliono che questa terra sia la loro ‘casa’”.

    

Manifestazione in Brasile di Extinction Rebellion (Dan Kitwood/Getty Images)
    
Possiamo dire che ora siamo di fronte a una nuova forma di barbarie? “Chi sono i barbari? Naturalmente ci sono segni di barbarie nelle nostre società contemporanee. Considero barbara la maternità surrogata e cambiare il sesso di un bambino. Potremmo ampliare la lista. Tutti gli sviluppi sulla ‘morte della morte’ appartengono alla barbarie. Ciò significa che si tratta di comportamenti antiumani rispetto ai nostri principi antropologici e morali. Eppure... nella valle delle Alpi dove vado fino al XVII secolo la chiesa inviava ogni cinquant’anni le truppe del re per sterminare i valdesi, donne e bambini compresi. Chi sono i barbari? Naturalmente, se un insegnante volesse mandare una delle mie nipotine di cinque anni che ha espresso il desiderio di giocare con le macchinine alla clinica per la riassegnazione del sesso, farei resistenza contro la barbarie. Ma so bene che la barbarie è ovunque, che non si può essere manichei e riassumere il tempo che arriva in un duello tra ‘noi’ e ‘i barbari’”. 

   
Cosa significa per lei la parola “decadenza”? “Non credo sia un concetto vuoto. Decadenza significa qualcosa di ben preciso, che era stato splendidamente analizzato dal mio maestro Julien Freund. Si può parlare di spossatezza, stanchezza, messa in discussione dei princìpi primi per mancanza di giustificazione per continuare a difenderli. E in questo senso che siamo in un momento di declino. Tuttavia, non si dovrebbero immaginare le civiltà come quelle, modellate, da Arnold Toynbee, con un’ascesa, un culmine, un declino e poi il nulla. Ci sono sussulti, trasformazioni, che fanno emergere nuove forme. Oggi la fine della cristianità sarà sicuramente un periodo di decadenza e lo vediamo attraverso la cultura della cancellazione. Questa cancellazione mira a cancellare le tracce della cultura cristiana ed è inquietante perché restituisce potere a una forma di utopia che rappresenta un figlio bastardo del marxismo. Certo, qualcuno potrebbe pentirsene. Dovremmo rimpiangere le società occidentali in cui il divorzio era proibito così come l’istruzione superiore per le ragazze? Certo, ora ci sono eccessi, ma c’erano anche eccessi prima, non è la stessa cosa! Confesso che non mi pongo nemmeno la domanda. Non ci resta che cercare di evitare gli eccessi di questo mondo in cui entriamo e lo possiamo fare grazie ai fondamentali cristiani che non hanno motivo di scomparire, che sono lì alla nostra portata, e che possiamo trasmettere ai nostri figli”.

    
 La nostra etica “è diventata leggera come una farfalla: è sufficiente che tutti siano liberi da tutto”. Crisi della verità, crisi del tempo lineare, crisi della democrazia. Questo è, secondo la filosofa cattolica, l’orizzonte del nostro tempo. E se non è un disastro, gli assomiglia molto.
Negli anni Trenta, il grande poeta inglese Evelyn Waugh spiegò così la sua decisione epocale di farsi cristiano, parole che danno da pensare: “Nell’attuale fase della storia europea la questione essenziale non è più tra cattolicesimo, da una parte, e protestantesimo, dall’altra, ma tra cristianesimo e caos”. 

  • Giulio Meotti
  • Giulio Meotti è giornalista de «Il Foglio» dal 2003. È autore di numerosi libri, fra cui Non smetteremo di danzare. Le storie mai raccontate dei martiri di Israele (Premio Capalbio); Hanno ucciso Charlie Hebdo; La fine dell’Europa (Premio Capri); Israele. L’ultimo Stato europeo; Il suicidio della cultura occidentale; La tomba di Dio; Notre Dame brucia; L’Ultimo Papa d’Occidente? e L’Europa senza ebrei.