"La Chiesa non è un corso di yoga". Il manifesto di Nazir-Ali

Giulio Meotti

Da candidato a primate anglicano alla conversione al cattolicesimo. "Lascio una chiesa ossessionata da correttezza culturale, cambiamento climatico, multiculturalismo, razza e gender"

Michael Nazir-Ali è stato il più giovane vescovo della storia della Chiesa d’Inghilterra. Nel 2002, quando Tony Blair fu chiamato a scegliere il successore di Lord Carey alla guida dell’anglicanesimo, Nazir-Ali era uno dei favoriti, ma poi Downing Street gli preferì i toni più morbidi del gallese Rowan Williams. Nazir-Ali, amico di Benedetto XVI, è marchiato come i cristiani afghani. E’ figlio di un musulmano convertito al cristianesimo, è stato pastore in Pakistan e poi in Inghilterra, dove ha avuto la scorta della polizia quando gli islamisti lo hanno minacciato di morte. Nazir-Ali, ex vescovo di Rochester, sarà ordinato sacerdote cattolico entro la fine del mese. La decisione di Nazir-Ali segue le dimissioni il mese scorso del vescovo Jonathan Goodall di Ebbsfleet, anche lui per diventare cattolico. Entrambi entreranno così nell’Ordinariato di Nostra Signora di Walsingham, istituito da Benedetto XVI nel 2011 per consentire agli anglicani di entrare nella chiesa cattolica. In un editoriale sul Daily Mail di questa settimana, Nazir-Ali ha deplorato  che la chiesa anglicana sia  “permeata da una  agenda bizzarra, correttezza culturale, cambiamento climatico, multiculturalismo, razza e gender”.

Nazir-Ali scrive che i vescovi anglicani sono stati conquistati da una “teoria neo-marxista sviluppata per creare conflitti dividendo le persone in vittime e criminali”. Il neo sacerdote cattolico castiga il “terrore di schierarsi dalla parte sbagliata dell’ortodossia liberal prevalente” e che questo indebolisce la Chiesa. “Le persone vogliono sentire la presenza di Dio e l’insegnamento di Cristo quando vanno in chiesa, specialmente quelli che non vanno spesso. Non vogliono uno spettacolo di chiacchiere allegre o un centro yoga”. Poi domanda: “Perché la Chiesa è diventata così reticente nel celebrare i valori cristiani? E’ chiaro dalla storia che le società a base cristiana sono società più libere, in contrasto con quelle fondate sull’ideologia atea, come la Cina e l’Unione sovietica. I valori cristiani sono alla base delle libertà di cui godiamo in questo paese”.


Un anno fa, la famosissima cattedrale di St. Albans, il più antico e continuo luogo di culto cristiano in Inghilterra, aveva installato un’Ultima cena con un Gesù di colore in omaggio al Black Lives Matter. Poi la decisione di introdurre quote per il clero di colore e quella di “contestualizzare” le statue nelle chiese “che possono causare dolore o offesa”. 


Anziché questa politica dell’identità, Nazir-Ali scrive che la chiesa deve fare di più per difendere i cristiani perseguitati. “Ho lavorato con i cristiani perseguitati in paesi tra cui Iraq, Iran, Pakistan e Siria e sono stato strettamente coinvolto nel caso di Asia Bibi, la donna cristiana accusata di blasfemia e condannata a morte in Pakistan”, ha scritto ancora l’ex vescovo anglicano. Mentre gli anglicani “non sono stati di grande aiuto” nel caso di Bibi, la chiesa cattolica “ha svolto un ruolo importante nel garantire il suo rilascio”. E ancora: “Spero che diventare un cattolico mi consentirà di sostenere anche i cristiani qui e che sono emarginati e perseguitati da un totalitarismo liberal che richiede un consenso totale, come le ostetriche che non vogliono partecipare ad aborti o le infermiere licenziate per aver indossato un crocifisso”.


Il collasso anglicano


La conversione di Nazir-Ali getta luce su una barca che affonda. L’affiliazione al cristianesimo nel Regno Unito è scesa dal 66 percento al 38 percento in appena 25 anni. “2030: l’anno in cui l’Inghilterra cesserà di essere una nazione cristiana”, ha titolato il Daily Mail. Il settimanale  Spectator ha messo in copertina “The Last Christian”, dove si vede una anziana signora unica fedele in una cattedrale. Nazir-Ali sul Telegraph si era chiesto: “La chiesa d’Inghilterra ha un futuro?”. Un quarto delle parrocchie rurali già prima della pandemia aveva meno di dieci fedeli regolari e la metà non ne accoglie più di venti ogni domenica. Il numero di inglesi fra i 15 e i 29 anni che appartengono alla Chiesa anglicana si è dimezzato dal 1979 e oggi è fermo al tre per cento. Triste pensare la fine che sta facendo l’istituzione di cui il grande poeta T.S. Eliot disse: “Le chiese di Londra sono altrettanto preziose quanto le quattrocento chiese di Roma”. Una chiesa che è non soltanto la terza congregazione cristiana al mondo, ma che è parte dello stesso paesaggio britannico, incorniciato dai suoi campanili, oltre che una grande ispirazione della sua migliore letteratura e cultura. 


Ma come ha messo in guardia Nazir-Ali, il rischio è che “l’islam radicale riempia il vuoto del collasso della cristianità in Inghilterra”.
 

Di più su questi argomenti:
  • Giulio Meotti
  • Giulio Meotti è giornalista de «Il Foglio» dal 2003. È autore di numerosi libri, fra cui Non smetteremo di danzare. Le storie mai raccontate dei martiri di Israele (Premio Capalbio); Hanno ucciso Charlie Hebdo; La fine dell’Europa (Premio Capri); Israele. L’ultimo Stato europeo; Il suicidio della cultura occidentale; La tomba di Dio; Notre Dame brucia; L’Ultimo Papa d’Occidente? e L’Europa senza ebrei.