La prima fattura del fondatore della Columbus

Camillo Langone

E' stata emessa dal padre del gallerista Colombo ed è un capolavoro: racconta l’Italia della crescita felicissima

A Torino in questi giorni c’è Artissima, fiera d’arte contemporanea. Ma questo mese l’opera più bella che si possa ammirare in una mostra la si troverà a Milano, alla Galleria Antonio Colombo di via Solferino. Venerdì 20 apre “Anima d’acciaio: Columbus e il design della bicicletta” e l’opera a cui mi riferisco è la prima fattura del fondatore della Columbus, Angelo Luigi Colombo, ventisettenne figlio di contadini di Cinisello Balsamo che con quel documento datato 25.11.1919 diventò ufficialmente industriale, per la precisione produttore di tubi per biciclette. Come mai stravedo per un vecchio foglio di carta velina pieno di numeri battuti a macchina? Per due motivi. Perché vi leggo “Pagamento per contanti”. E perché non vi leggo l’odiosa sigla Iva e nemmeno la sigla Ige, l’imposta precedente all’Iva che comunque era lievissima (3 per cento nel 1959). La fattura numero 1 emessa dal padre del gallerista Colombo è un capolavoro, un portento, una reliquia di un’altra Italia: l’Italia della crescita felicissima, l’Italia con poco stato e poco fisco, l’Italia in contanti, la sola Italia che sia stata capace di trasformare i contadini in industriali e dunque un'Italia da incorniciare e venerare. 

 

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  • Camillo Langone
  • Vive tra Parma e Trani. Scrive sui giornali e pubblica libri: l'ultimo è "La ragazza immortale" (La nave di Teseo).