Madonna di Benois, Leonardo Da Vinci

Quando una mostra sostituisce la messa

Camillo Langone

Tutti in fila per vedere la Madonna Benois di Leonardo, monsignore compreso. Ma è una visita di culto o di cultura? 

Come mai monsignor Stefano Russo, segretario generale della Cei, è andato a vedere la leonardesca Madonna Benois? Doveva proprio contribuire alla fila venutasi a formare davanti alla pinacoteca di Fabriano? Non ci sono abbastanza Madonne nelle chiese marchigiane? Va bene che stavolta Leonardo non ci infligge il solito travestito: la Madonna ha “fronte pelata e bocca sdentata”, come notò un critico raffinato e dunque antileonardesco quale Bernard Berenson, ma almeno è di sesso chiaramente femminile. Stavolta il genio di Vinci si è trattenuto e intorno al Bambino non ha dipinto, come in altre occasioni, santi o angeli arruolabili nelle sfilate gender neutral di Alessandro Michele. Però l’evento di Fabriano resta un notevole esempio di cultura che sostituisce il culto, di mostra che sostituisce la messa. Un sottoprodotto, come scrisse Ratzinger: “Ciò che nei musei può essere solo testimonianza del passato, nella liturgia continua a essere presente vivo”. Chi si mette in fila per Leonardo anziché per la Madonna (a Fabriano il richiamo non è il soggetto, è la griffe) dimostra necrofilia e feticismo. Siamo tutti pieni di peccati ma un vescovo non dovrebbe controtestimoniare così platealmente.

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  • Camillo Langone
  • Vive tra Parma e Trani. Scrive sui giornali e pubblica libri: l'ultimo è "La ragazza immortale" (La nave di Teseo).