"Senza nulla togliere all’importanza dei diritti civili, fondamentali, ma non c’è solo quello. C’è anche l'economia reale di cui occuparsi. Occorre affrontare le diseguaglianze", dice l'europarlamentare dem, già ministro con Prodi, che non sarà ricandidato
Bruxelles. Le officine agli altri ma i campi a De Castro, l’assioma che ha retto la politica agricola del Pd per oltre quindici anni affonda sotto la linea Schlein. E il professore di agraria scoperto da Romano Prodi, l’uomo che ha rappresentato per decenni il punto di congiuntura tra i dem e il mondo agricolo, Paolo De Castro appunto, chiude oggi la sua esperienza all’Eurocamera “amareggiato”. Non è stato ricandidato. Non sarà rieletto. E’ un addio? “E’ chiaro che non sono in sintonia con questa segreteria”, dice al Foglio De Castro. Ecco l’ultimo dei prodiani. La tessera del Pd per ora ce l’ha ancora, spiega. “Ma non sono convinto di volerla rinnovare”. D’altronde “sono mesi che non ho un colloquio diretto con Schlein”.
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