A sinistra
Nel Pd parte l'X factor per il dopo Elly Schlein. Ma i concorrenti non ci sono
Dopo la retromarcia sul simbolo, tra i dem scatta il toto segretario. Decaro azzoppato, per il caso Bari. Resta sempre la carta Gentiloni, ma gli avversari di Elly sono tutti riluttanti
Prima regola: se serve un pezzo di scenario politico c’è solo una porta a cui bussare. E’ quella del Pd. Partito machiavellico, in perenne macchinazione, feroce all’occorrenza come una iena a dieta da un mese. E’ il giorno dopo la retromarcia clamorosa, mai vista, della segretaria del Pd Elly Schlein sull’opportunità di mettere il suo nome nel simbolo alle europee. Con un miracolo politico la segretaria è riuscita a catalizzare contro di sé maggioranza e opposizione interna, i big e i peones. Un segnale non banale. Che ha fatto ripartire un treno già visto fra i pendolari dem: il piano B. Un nuovo leader, un’altra carta da giocarsi dopo le europee, a seconda di come andrà la lista della segretaria. Lei è sicura di rimanere in sella, ma il solito “X Factor” è già cominciato.
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- Simone Canettieri
Viterbese, 1982. Al Foglio da settembre 2020 come caposervizio. Otto anni al Messaggero (in cronaca e al politico). Prima ancora in Emilia Romagna come corrispondente (fra nascita del M5s e terremoto), a Firenze come redattore del Nuovo Corriere (alle prese tutte le mattine con cronaca nera e giudiziaria). Ha iniziato a Viterbo a 19 anni con il pattinaggio e il calcio minore, poi a 26 anni ha strappato la prima assunzione. Ha scritto per Oggi, Linkiesta, inserti di viaggi e gastronomia. Ha collaborato con RadioRai, ma anche con emittenti televisive e radiofoniche locali che non pagavano mai. Premio Agnes 2020 per la carta stampata in Italia. Ha vinto anche il premio Guidarello 2023 per il giornalismo d'autore.