Toghe e bavaglio
Le critiche della stampa ai magistrati e la procura di Firenze. Parla Violante
"Il dovere di assoggettarsi alla critica è direttamente proporzionale alla quantità di potere che si esercita nel sistema pubblico", dice il magistrato. L'intervista dopo le accuse mosse contro il Foglio
Siamo nel mondo rovesciato in cui il fantoccio del bavaglio alla stampa viene agitato non in questo o in quel partito, ma dalle parti del terzo potere dello stato. I fatti: su questo giornale, il 13 aprile scorso, il nostro Ermes Antonucci scrive un articolo in cui fa notare che il Csm non si è prodigato per ostacolare l’“accompagnamento all’uscita” dei pm fiorentini dall’assalto, nominando anche un nuovo capo della Procura, Filippo Spiezia, considerato vicino alla corrente moderata di Magistratura indipendente. Qualche giorno dopo, lo stesso capo della Procura chiede però al Csm una pratica a tutela (di future simili analisi?). Si impone allora un interrogativo: il diritto di critica è considerato sacrilego per la categoria dei magistrati? E se è il magistrato ad agitare lo spauracchio del bavaglio, perché chi di solito urla “bavaglio, bavaglio” in questo caso tace? La questione è complessa, chiediamo lumi a Luciano Violante, già magistrato, docente di Diritto Penale, a lungo parlamentare Pci-Pds-Ds-Pd, presidente della Camera, oggi presidente della Fondazione Leonardo-Civiltà delle Macchine e del gruppo Multiversity.
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- Marianna Rizzini
Marianna Rizzini è nata e cresciuta a Roma, tra il liceo Visconti e l'Università La Sapienza, assorbendo forse i tic di entrambi gli ambienti, ma più del Visconti che della Sapienza. Per fortuna l'hanno spedita per tempo a Milano, anche se poi è tornata indietro. Lavora al Foglio dai primi anni del Millennio e scrive per lo più ritratti di personaggi politici o articoli su sinistre sinistrate, Cinque Stelle e populisti del web, ma può capitare la paginata che non ti aspetti (strani individui, perfetti sconosciuti, storie improbabili, robot, film, cartoni animati). E' nata in una famiglia pazza, ma con il senno di poi neanche tanto. Vive a Trastevere, è mamma di Tea, esce volentieri, non è un asso dei fornelli.