L'editoriale del direttore
Sorteggio al Csm e carriere separate: così Meloni può sfidare il partito dei pm
La giustizia entra nella campagna per le europee. La premier chiede a Nordio di portare in Consiglio dei ministri martedì prossimo le due “riforme radicali”. È tempo di superare lo status quo? Certo che sì
La questione in fondo è sempre la stessa: sulla giustizia, il governo avrà o no il coraggio di passare finalmente dalla stagione delle chiacchiere a quella delle riforme? E sulla giustizia, Giorgia Meloni avrà il coraggio o no di sfidare il fronte unico della conservazione, che da mesi le suggerisce di non esagerare per non turbare lo status quo giudiziario? La giustizia, improvvisamente, lo avete visto, è diventata un elemento interessante della campagna elettorale per le europee. Ci sono liste, come quella di Bonelli e Fratoianni, che usano la giustizia ingiusta di altri paesi per fare campagna contro Meloni, candidando la nuova paladina degli anti Orbán: Ilaria Salis. Ci sono liste, come quella di Renzi e Bonino, che fanno leva sul giustizialismo degli altri partiti per raccogliere consenso sul garantismo, candidando come capolista Gian Domenico Caiazza, l’avvocato di Enzo Tortora. Ci sono altri partiti, come quelli di governo, che nelle prossime ore si troveranno di fronte a una scelta: usare o no il garantismo come un’arma per costruire consenso? La notizia è questa ed è sfiziosa.
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- Claudio Cerasa Direttore
Nasce a Palermo nel 1982, vive a Roma da parecchio tempo, lavora al Foglio dal 2005 e da gennaio 2015 è direttore. Ha scritto qualche libro (“Le catene della destra” e “Le catene della sinistra”, con Rizzoli, “Io non posso tacere”, con Einaudi, “Tra l’asino e il cane. Conversazione sull’Italia”, con Rizzoli, “La Presa di Roma”, con Rizzoli, e "Ho visto l'uomo nero", con Castelvecchi), è su Twitter. E’ interista, ma soprattutto palermitano. Va pazzo per i Green Day, gli Strokes, i Killers, i tortini al cioccolato e le ostriche ghiacciate. Due figli.