L'intervento
Il diritto di criticare i magistrati. Ci scrive il ministro Carlo Nordio
Non è un’eresia criticare una procura. La lettera del Guardasigilli dopo le accuse mosse dalla procura di Firenze nei confronti del Foglio
Comprendo che il capo di un ufficio giudiziario senta la necessità di tutelarne l’immagine, anche per vicende antecedenti alla sua carica. Nondimeno riaffermo con il massimo vigore che la stampa deve poter liberamente esercitare il proprio diritto di critica, anche severa e aspra, come accade spesso anche nei confronti del mio ministero e miei personali.
Se questa essenziale funzione è esercitata nei limiti imposti dalla legge e sanciti dalla giurisprudenza, essa costituisce il più fecondo stimolo alla riflessione, e alla depurazione dei nostri inevitabili pregiudizi. Sono stato per quarant’anni magistrato, e per trenta editorialista. In questa duplice veste ho considerato la libertà di stampa come la massima espressione di una democrazia compiuta.
Quanto al caso specifico, gli accertamenti amministrativi che ho attivato, come ho già avuto modo di riferire al Parlamento, sono ovviamente finalizzati ad accertare la sussistenza di eventuali profili di responsabilità disciplinare di singoli magistrati requirenti fiorentini e non certamente dell’intero ufficio giudiziario.
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