(foto Ansa)

a varese

Salvini risponde a Bossi: "Gli insulti mi aiutano"

Redazione

Il segretario della Lega alla festa per i quarantanni del partito replica al Senatùr, che ne aveva chiesto la sostituzione: "Ho fatto crescere un partito che ora ha 500 sindaci in tutta Italia"

Da una parte dice che "senza Bossi non saremmo qui", e che "gli insulti mi aiutano, lui può dire tutto". Dall'altro tira una bordata non da poco al Senatùr, perché nel 2012, in seguito agli scandali della gestione Belsito, "rischiavamo davvero la fine". E' un Matteo Salvini tra il pacato e lo sfidante quello che ieri ha festeggiato i 40 anni dalla fondazione della Lega: una risottata e un taglio di torta nella storica sede del partito a Varese. Un'occasione, soprattutto, per il segretario per rispondere alle critiche di Umberto Bossi, che il giorno prima, nella sua casa di Gemonio, attorno a un gruppo di fedelissimi, molti dei quali si ritrovano nel Comitato Nord, aveva detto: "Alla Lega serve un nuovo leader".

Così la reazione salviniana non è stata affidata solo al ricordo e al ringrazimento nei confronti di Roberto Maroni, ovvero colui che ereditò la guida del partito dopo la fine dell'èra Bossi. Ma anche alla rivendicazione della svolta impressa al Carroccio: "Io faccio il segretario da oltre 10 anni con anima e cuore, e sono contento di aver fatto crescere una classe dirigente fatta di 500 sindaci in tutta Italia e di aver portato quasi in porto l’Autonomia dopo 40 anni. Era l’anelito solo di alcuni territori ma ora può essere occasione di riscatto per tante regioni", ha detto ieri. Davanti, tra gli altri, anche al ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti, varesino, che ha colto l'occasione per uno dei suoi interventi riflessivi: "Certe volte bisogna urlare, altre stare zitti. Certe volte bisogna reagire, altre sopportare. Sono regole fatte di gerarchia e disciplina che non deve diventare mai servilismo", ha detto Giorgetti. Alludendo forse anche alle ipotesi che riguardano il futuro del partito.

Ipotesi su cui il presidente del Veneto Luca Zaia non è voluto intervenire, Insistendo piuttosto su un'altra delle questioni che anche i "cosiddetti dissidenti" del Comitato Nord considerano fondamentale: "La Lega nasce per raccogliere l’istanza della nostra gente e il tema identitario è fondamentale. Tutti i partiti vanno in difficoltà quando non c’è identità". 

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