la conferenza stampa

Via libera al Def: il governo riduce le previsioni di crescita, aumenta il debito

Giorgetti: "Previsioni al ribasso rispetto alla Nadef". ll quadro programmatico sarà contenuto nel nuovo Piano da ultimare entro la scadenza del 20 settembre: "Il nostro obiettivo è presentarlo anche prima", dice il ministro

Redazione

Il Consiglio dei ministri convocato oggi ha approvato il Def (il Documento di economia e finanza), sulla base dell'accordo raggiunto venerdì tra la premier Giorgia Meloni e il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti. Per il 2024 la crescita del pil attesa è pari al +1 per cento, di poco inferiore all'1,2 per cento per cento previsto nella Nadef ma superiore a quanto indicato da Banca d'Italia. "Le nostre previsioni di crescita macroeconomica nel Documento di economia e finanza sono viste in ribasso rispetto alla Nadef", ha detto Giorgetti durante la conferenza stampa che si è tenuta al termine del Cdm, che ha presenziato insieme al viceministro Maurizio Leo. 

 

Il rapporto deficit/pil è 4,3 per cento, lo stesso livello del quadro programmatico della Nadef, mentre il debito/pil al 137,8 per cento, per poi aumentare al 138,9 per cento nel 2025 e al 139,8 per cento nel 2026. "L'andamento del debito - ha spiegato il titolare del Mef - è pesantemente condizionato dal pagamento dei crediti del Superbonus nei prossimi anni, questa enorme massa dei 219 miliardi di crediti edilizi scenderanno in forma di compensazione e diventeranno a tutti gli effetti debito pubblico. Le previsioni di tipo macroeconomico sono complicate da fare in un quadro di carattere internazionale e geopolitico complicato"

Il testo, l'ultimo prima della revisione delle regole di governance economica dell'Ue, presenta solo i dati di bilancio tendenziali, senza scoprire le carte su quelli di programma. "La cosiddetta mancanza del programmatico nel Def è un fatto non nuovo verificatosi in quattro precedenti", ha spiegato il ministro, che ha aggiunto: "Questo Def tiene conto della rivoluzione delle regole di bilancio e fiscali in sede europea. Il termine per la presentazione del nuovo Def, il programma strutturale, è il 20 settembre, ma la nostra volontà è di presentarlo anche prima".

Come abbiamo scritto oggi sul Foglio, le polemiche feroci (e anche incomprensibili, qui spieghiamo perché) dell’opposizione riguardano l’assenza del quadro programmatico dal Def. Giorgetti e Meloni hanno intenzione di inserire solo i dati tendenziali, ossia a politiche invariate. Con le nuove regole fiscali europee l’Italia entrerà in procedura d’infrazione per deficit eccessivo ("È scontato vista la sospensione del Patto di Stabilità", ha spiegato il ministro dell'Economia), il governo attende le indicazioni della Commissione europea: senza sapere di preciso quale sarà l’aggiustamento richiesto, è inutile prendere impegni. C’è però la difficoltà dell’esecutivo a far quadrare i numeri, a spiegare contemporaneamente ai mercati come intende tenere deficit e debito sotto controllo e agli elettori come intende rifinanziare i tagli fiscali in scadenza, oltre alle altre promesse elettorali. 

Nonostante queste difficoltà, che Giorgetti ha definito "un'eredità pesantissima", il governo esclude una manovra correttiva. "Vogliamo rispettare gli obiettivi della Nadef dello scorso autunno per una questione credibilità. Se c'è qualcosa da correggere la correggeremo ma sostanzialmente siamo in linea", ha detto il ministro.

 

Cambiano le regole su tassa di successione e donazioni

Oggi sul tavolo del Consiglio dei ministri c'è anche l'esame preliminare del dodicesimo decreto attuativo della delega fiscale: un decreto per semplificare le successioni e le diverse imposte per bollo, registro, ipoteca e tributi speciali catastali che riguardano i servizi dell'Agenzia delle Entrate. Il governo punta a un tributo unico. Come spiegano oggi sul Sole 24 Ore Marco Mobili e Giovanni Parente, "l’obiettivo è di provare a lasciare ai contribuenti i calcoli delle imposte dovute (seppure con qualche eccezione) e lasciare al successivo controllo degli uffici dell’amministrazione finanziaria la verifica sulla correttezza di quanto versato dai contribuenti. Allo stesso tempo sulle successioni si apre la strada alla dichiarazione precompilata. Un passaggio graduale che partirà dalla riduzione della documentazione da allegare alla denuncia, eliminando le indicazioni degli estratti catastali relativi agli immobili e il certificato dei pubblici registri con l’indicazione degli elementi per individuare le navi e gli aerei".
 

In Cdm ci saranno anche nuove norme sui trust nella direzione di facilitare i passaggi generazionali. I trasferimenti, effettuati anche tramite i patti di famiglia a favore dei discendenti e del coniuge, di aziende o rami di esse, di quote sociali e di azioni non saranno soggetti all'imposta (a condizione che gli aventi causa detengano il controllo per un periodo non inferiore a cinque anni dalla data del trasferimento).
 

Sempre dal Sole: "Uno dei principali passi in avanti è rappresentato dalla semplificazione [...] sul calcolo e sulla dichiarazione dell’imposta di successione. Entra, infatti, come principio (che riguarda anche l’imposta di registro) l’autoliquidazione. In particolare per le successioni, il decreto delegato stabilisce che il pagamento dell’imposta autoliquidata debba avvenire entro 90 giorni dal termine della presentazione della dichiarazione. Nel riordino l’imposta autoliquidata diventa quella 'principale'. L’eventuale intervento di rettifica o di accertamento del Fisco determina un’imposta 'complementare'. Questo porterà alla cancellazione dell’imposta 'suppletiva', che viene nei fatti sostituita dall’importo rideterminato dall’ufficio. Il decreto, poi, fa proprio in tempo quasi reale il principio espresso dalla Cassazione sulle donazioni indirette: il prelievo più elevato dell’8 per cento scatta solo se la liberalità risulta da dichiarazioni reso in procedimenti di accertamento. Mentre qualora le liberalità indirette siano registrate volontariamente tornano applicabili le aliquote e la franchigie. Inoltre sono esenti da imposta di donazione le liberalità d’uso (come nel caso dei regali di Natale o le mance)".  

Il superbollo

Nella bozza del decreto legislativo atteso oggi in Cdm, il governo sottolinea l'impegno a valutare "l'eventuale e progressivo superamento" del superbollo auto. L’articolo 10 della legge delega sulla riforma fiscale impegna l'esecutivo a "riordinare le tasse automobilistiche, anche nell’ottica della razionalizzazione e semplificazione del prelievo, valutando l’eventuale e progressivo superamento dell’addizionale erariale sulla tassa automobilistica per le autovetture e gli autoveicoli destinati al trasporto promiscuo di persone e cose, aventi potenza superiore a 185 chilowatt, senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica a carico del settore delle tasse automobilistiche". Un percorso, tuttavia, ancora molto generico.
 

Per i servizi catastali, l’intervento più significativo riguarda la previsione di gratuità per la consultazione catastale per via telematica.