Ansa

La ricostruzione

Le otto versioni in tre giorni dell'incontro Emiliano-Decaro-Capriati

Annarita Digiorgio

Il presidente della Puglia e il sindaco di Bari continuano a cambiare il racconto dell'episodio, smentendosi e contraddicendosi a vicenda. Non resta che aspettare la nuova puntata, la nona: “Era solo un sogno”

Come iniziò l’antimafia a Bari? A oggi, tra Emiliano e Decaro, ci sono otto versioni diverse in tre giorni. Il presidente della regione Puglia aveva già raccontato l’episodio due anni fa a Telenorba: “Quando chiudemmo al traffico Bari Vecchia – disse Emiliano – l’assessore incaricato si chiamava Antonio Decaro, tornò in Comune molto spaventato perché era stato, diciamo così, incocciato. Tornammo insieme noi due, da soli, a casa del responsabile del luogo dove questo evento era avvenuto. E io dissi: L’ingegnere è amico mio, sta qui perché deve proteggere i vostri bambini dalle automobili. Tutto chiaro?”. Il sindaco Decaro, presente in studio, non smentì il racconto. 
 
La seconda versione di Emiliano è quella raccontata sul palco della manifestazione a Bari: “E’ cominciata così l’antimafia di Antonio Decaro. Bussa alla porta, mi dice: Vedi che sono stato a Piazza San Pietro e uno mi ha messo una pistola, o un dito duro, dietro alla schiena. Io lo presi, in due andammo a casa della sorella di Antonio Capriati, che era il boss di quel quartiere, e io gli andai a dire: Vedi che questo ingegnere è assessore mio, deve lavorare, quindi se ha bisogno di bere, se ha bisogno di assistenza, te lo affido”. Ma perchè Emiliano va dalla sorella di un capo clan per affidargli Decaro, se non c’entra nulla col fratello? 

Il video ripreso sui social diventa un boomerang. Dopo qualche ora Emiliano riporta la terza versione: “Andai di persona dalla sorella incensurata del boss Antonio Capriati per farle capire che le cose erano cambiate, che potevano rivolgersi all’assessore solo con modi civili ed educati. Agii come avrebbe agito un carabiniere di fronte a un fatto non perfettamente definito che andava stroncato con la autorevolezza della figura del sindaco che senza strepiti risolse ogni problema”. Ma lui era il  sindaco o un carabiniere? 

Passano venti quattro ore, il tempo necessario a Decaro per consultarsi con il suo spin doctor, e arriva la quarta versione: “Per quanto attiene a quell’episodio Emiliano non ricorda bene. Non sono mai andato in nessuna casa di nessuna sorella. Dopo qualche diverbio con alcuni residenti, un giorno, mentre entravamo nella Cattedrale, incontrammo alcuni ragazzi in piazza che cominciarono a inveire contro di me. Michele disse loro di lasciarmi in pace. La signora in questione invece, come raccontarono le cronache dell’epoca, la incontrai per strada, molto tempo dopo la chiusura al traffico, e ci litigai perché non si rassegnava all’installazione delle fioriere che impedivano il transito delle auto”. 

Smentito clamorosamente dal suo delfino, conscio di avergli arrecato un danno, in serata Emiliano ritratta con la quinta versione: “Ho detto una boutade”. Il giorno dopo Decaro si riconsulta con l’agenzia di comunicazione e fa un video, stavolta senza lacrime, ma con una sesta versione: “C’erano dei ragazzi abbastanza grandi che una sera mi hanno maltrattato, c’era uno che mi avvicinava diciamo il giubbotto, non so che c’aveva in tasca vicino a me, qualche giorno dopo io Emiliano mentre andavamo in cattedrale da soli, abbiamo incontrato questo gruppo di persone e lui a modo suo da magistrato antimafia, disse a quelle persone: Decaro lo dovete lasciare stare. Non ho mai incontrato la sorella di nessuno per parlare di questa cosa”.  La sorella non esiste più neanche per le fioriere. 

La sera Emiliano rilascia al Tg1 la settima versione: “Io e Antonio abbiamo girato per Bari Vecchia in lungo e in largo. In una di queste occasioni ho certamente parlato con la signora Capriati. Siccome è una cosa di 18 anni fa, se Antonio mi ha detto che non ricorda di essere stato accanto a me, è possibile che lui abbia ragione”. Quindi nella settima versione Emiliano dice che lui era lì con Decaro, ma se Decaro dice che non è vero allora forse è così. In ogni caso, secondo il pm Emiliano, di fronte a minacce mafiose è inutile andare in procura.

La mattina dopo, ottava versione di Emiliano al Corriere: “La memoria non mi tradisce. Ora, per carità, sono pure passati 18 anni, non posso pretendere che altri abbiano la memoria che ho io (ora è lui che dice a Decaro che non ricorda, ndr). La sorella di Capriati conosceva benissimo me, come sindaco ma anche come magistrato che aveva spedito il fratello all’ergastolo; Antonio non lo conosceva, non l’aveva mai visto prima, e oggi forse non riconosce nel sindaco di Bari la persona che aveva visto con me allora…”. Aspettiamo la nona versione: “Era solo un sogno”. 

Di più su questi argomenti: