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La lettera

Giochi che non tornano sulla Roma-Pescara

Giorgio La Malfa

Perché i fondi previsti per le tratte ferroviarie tra le due città nascondono una promessa irrealizzabile e sono un modo offensivo di trattare gli elettori abruzzesi

Al direttore - Nel primo elenco di opere previste dal Piano nazionale ripresa resilienza (Pnrr) nel settembre 2021 il ministero delle Infrastrutture aveva incluso le tratte ferroviarie Roma-Pescara e Roma-Ancona. Nelle successive revisioni del Pnrr ambedue le tratte sono cadute. La ragione è che le ferrovie non avevano pronti i progetti operativi. Ora, a pochi giorni dalle elezioni, l’onorevole Giorgia Meloni e l’onorevole Matteo Salvini, in gara fra loro, annunciano lo stanziamento di fondi per la Roma-Pescara. Il presidente uscente della regione ha subito dichiarato che ormai la Roma-Pescara è cosa fatta. Ma se l’opera non fa parte del Pnrr, vuol dire che nessuno pensa che possa essere realizzata per il 2026. Allora il finanziamento è una promessa vuota. È, a mio avviso, un evidente segno di allarme per l’esito del voto imminente, ma è soprattutto un modo offensivo di trattare gli elettori dell’Abruzzo.

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