L'intervista

Barelli (FI): “Su Putin noi diversi dalla Lega. In Basilicata c'è solo Bardi”

Gianluca De Rosa

E sul terzo mandato il capogruppo di FI a Montecitorio ribadisce: "La Lega non ritira l'emendamento, ma noi voteremo contro"

“Non so cosa c’è nella testa di Salvini, ma la posizione di Forza Italia su quanto accaduto ad Alexei Navalny è molto chiara: non è morto di morte naturale, sicuramente era un peso per Putin. La nostra valutazione politica è netta: è una vittima del regime russo”. Paolo Barelli, capogruppo di Forza Italia a Montecitorio, ci tiene a marcare le differenze: “Questa – ribadisce – è la nostra posizione spiegata anche dal vicepremier Antonio Tajani”. E però, ce n’è un altro di vicepremier, il leghista Matteo Salvini, che sulla vicenda ha una posizione ben più  timida. Il segretario del Carroccio continua a ripetere che “saranno i medici e giudici ad accertare cos’è successo”. Che stia ammiccando all’elettorato filorusso in vista delle prossime elezioni europee? “Onestamente – dice Barelli – io questo non lo so, andrebbe chiesto a lui, noi non possiamo rispondere per le enunciazioni di esponenti di un altro partito, anche perché la nostra posizione è diversa, ed è chiarissima”.


Anche in FI però qualche imbarazzo c’è. Due giorni fa Putin da Mosca ha parlato del suo “amore” per l’Italia, in particolare per la Lombardia, ha detto: “L’Italia ci è sempre stata vicina”. C’è chi ha letto un riferimento malizioso alla Lega, ma anche al suo rapporto speciale con il fondatore di Forza Italia Silvio Berlusconi. “Non penso che Putin alludesse a questo”, dice Barelli. “Ha detto semmai una cosa scontata: si sta bene in Italia, ma questo lo sanno tutti. D’altronde anche lui è stato da noi in passato come altri leader dal il dna non proprio liberale”. Ma torniamo alla Lega. Il Carroccio ha scelto di non ritirare l’emendamento per la cancellazione del vincolo del terzo mandato per gli amministratori, un atto che se passasse consentirebbe la ricandidatura del presidente del Veneto Luca Zaia. FI e FdI però continuano a essere contrari. “E’ una cosa – dice Barelli – che non fa parte del programma. Noi rispettiamo la posizione della Lega ma, FI questa mattina voterà contro il terzo mandato. Le regioni hanno già poteri eccezionali, in proporzioni superiori pure a quelli dei Parlamento e dei comuni. Il nostro voto, sia chiaro, non è contro qualcuno, tantomeno contro Zaia che è stato un grande presidente”. Il no al terzo mandato sarà per la Lega un secondo duro boccone da ingoiare. Il primo è arrivato dalla Sardegna, dove Salvini avrebbe voluto ricandidare il presidente uscente Christian Solinas, ma Meloni ha imposto Paolo Truzzu. Adesso il Carroccio potrebbe cominciare a chiedere di scegliere lei il candidato in Basilicata dove si voterà il 21 e il 22 aprile. Forza Italia chiede la conferma dell’uscente Vito Bardi, ma Salvini vorrebbe candidare l’ex senatore lucano Pasquale Pepe, lui due giorni fa diceva: “Sono pronto a correre”. D’altronde se il principio di candidare i presidenti uscenti non ha rilevato per Solinas perché dovrebbe per Bardi?


Barelli però non ci sta: “Se ognuno la spara grossa non si va da nessuna parte. Non penso che Pepe possa essere il candidato, non ne abbiamo mai discusso, e c’è una convergenza non solo di Forza Italia su Bardi. Immagino che i leader ne stiano parlando oggi in Sardegna. Se qualcuno pensa di mettere la Basilicata sulla bilancia del terzo mandato si sbaglia sono cose distinte, starà ai leader trovare la quadra”. 


I rapporti tra gli alleati però sembrano tesi. Al congresso di Forza Italia di questo fine settimana un momento importantissimo per il partito dopo la morte del Cav., non ci saranno né Meloni, né Salvini, la Lega sarà rappresentata solo dalla deputata Simonetta Matone. Uno sgarbo? “Su Salvini – risponde Barelli – non so dire, Meloni invece è a Kyiv per il secondo anniversario dall’inizio del conflitto in Ucraina. In ogni caso noi siamo molto soddisfatti per questo congresso che arriva dopo lo svolgimento di oltre 100 congressi locali, con 110 mila tesserati, un avvenimento di successo, alla faccia degli uccellacci del malaugurio che immaginavano la fine di FI dopo  la morte di Berlusconi, invece siamo forti, vivi e vegeti e alle europee faremo un grande risultato”. Tajani dice addirittura il 10 per cento. Ma ci credete davvero? “Certo che ci crediamo, è un risultato alla portata, abbiamo il sostegno di associazioni e persone che o si erano allontanate o erano da altre parti e invece ora ci sostengono con forza”.