alla camera

Meloni ascoltata dal giurì sul caso Mes. Mulè: "Accerteremo la fondatezza delle sue dichiarazioni"

Dopo Conte è il turno della premier. Il colloquio si è svolto "con la stessa serenità di ieri", ha detto il presidente della Commissione d'indagine

Giorgio Caruso

Dopo Giuseppe Conte è il turno di Giorgia Meloni. Intorno a mezzogiorno la premier è stata ascoltata per poco più di un'ora dal giurì d'onore della Camera, nel contenzioso sollevato dal leader del M5s per le accuse sul Mes che la presidente del Consiglio ha rivolto a Conte durante un'informativa in Aula. 

"Quella che esprimeremo non è una sentenza", ha spiegato ai cronisti il deputato forzista Giorgio Mulè, che presiede il giurì, al termine dell'audizione della premier che "si è svolta con la stessa serenità di ieri". "Il Giurì è chiamato a dichiarare la fondatezza di alcune espressioni utilizzate dalla presidente Meloni, che Conte ritiene essere false e non veritiere: quello è il compito del giurì". In particolare l'indagine riguarderà il passaggio in cui la premier ha detto che il Mes "è stato firmato con il favore delle tenebre".

Poi il presidente della Commissione d'indagine ha spiegato l'iter procedurale. "Il prossimo passaggio sarà quello di studiare e approfondire, mettere a confronto le dichiarazioni del presidente Conte con quelle della presidente Meloni, formarsi un'idea sugli atti parlamentari e su tutto ciò che è a disposizione della commissione, e successivamente redigere la relazione entro il 9 febbraio".

"La relazione, secondo l'articolo 58, non è soggetta né a discussione né a votazione – ha continuato – viene letta in Aula e l'Aula ne prende atto". Non è prevista alcuna sanzione, conclude Giorgio Mulé. 

 

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