Il caso

Prima del confronto Meloni-Schlein, il giurì di Conte: l'uomo in più tra le due

Simone Canettieri

La commissione si è riunita e presto ci sarà il faccia a faccia a distanza fra la premier e il leader M5s. Intanto la segretaria Pd attacca sul silenzio di Acca Larentia

Prima di Bruno Vespa ci sarà Giorgio Mulè. Prima del faccia a faccia fra Giorgia Meloni ed Elly Schlein in tv, è probabile che la premier si confronterà, seppur a distanza, con Giuseppe Conte. Dove? Davanti al gran giurì della Camera, in questo caso anche egli è un giornalista, ora prestato alla politica in qualità di vicepresidente dell’assemblea di Montecitorio in quota Forza Italia. Nell’ostinata ricerca di un corpo a corpo con la donna più potente d’Italia le opposizioni si arrangiano come possono. Ieri la commissione speciale, guidata da Mulè, si è riunita per stabilire le regole del gioco. C’è da dare seguito alla richiesta di Giuseppe Conte, tirato in ballo a suo dire in maniera erronea dalla deputata Meloni sulle date della ratifica al Mes durante l’esecutivo del leader grillino. E così  per primo sarà sentito dal gran giurì della Camera il leader del M5s, poi toccherà salvo sorprese a Meloni, che ha fatto trapelare di essere disponibile. Ci sarà solo da incastrare le agende, soprattutto quella della presidente del Consiglio. Per Conte sarà una bella vetrina in ottica capo dell’opposizione (oggi, per dire, ha convocato una conferenza stampa dal titolo: “Spezziamo il legame tra politica e affari: le proposte del Movimento 5 Stelle”). La leader di Fratelli d’Italia da tempo cerca e vuole, fortissimamente vuole, polarizzare lo scontro con Schlein, magari anche in ottica europee. Dalla comunicazione del Pd spiegano che l’operazione sta riuscendo. Da Fratelli d’Italia sono un po’ più scettici, mentre continuano a rispondere ai dardi contiani. Di sicuro la segretaria del Pd ieri in Aula è tornata sul corre business della ditta che guida: “Sciogliere i gruppi neofascisti, ma i vostri governi non lo hanno mai fatto”, ha attaccato al question time alla Camera la dem Schlein in un botta e risposta con il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi dopo l'adunata nera con centinaia di braccia tese alla commemorazione di via Acca Larentia di domenica scorsa. Anche se il vero obiettivo di Schlein è la premier Giorgia Meloni, che non si è ancora espressa sul caso: “Il suo silenzio è imbarazzante”, accusa. Intanto Conte scalda l’ugola. E’ l’uomo in più, come nel film di Sorrentino.    

Di più su questi argomenti:
  • Simone Canettieri
  • Viterbese, 1982. Al Foglio da settembre 2020 come caposervizio. Otto anni al Messaggero (in cronaca e al politico). Prima ancora in Emilia Romagna come corrispondente (fra nascita del M5s e terremoto), a Firenze come redattore del Nuovo Corriere (alle prese tutte le mattine con cronaca nera e giudiziaria). Ha iniziato a Viterbo a 19 anni con il pattinaggio e il calcio minore, poi a 26 anni ha strappato la prima assunzione. Ha scritto per Oggi, Linkiesta, inserti di viaggi e gastronomia. Ha collaborato con RadioRai, ma anche con emittenti televisive e radiofoniche locali che non  pagavano mai. Premio Agnes 2020 per la carta stampata in Italia. Ha vinto anche il premio Guidarello 2023 per il giornalismo d'autore.