Elly Schlein - foto Ansa

Ma ci arriva?

Conte la insulta, ma Schlein dice: "Non gli risponderò mai. Ci alleeremo alle politiche"

Salvatore Merlo

In occasione di una conferenza stampa sulla manovra, la segretaria del Pd evita di controbattere alle domande dei cronisti sul rapporto tra lei e il leader del M5s in nome di una "strategia" che noi facciamo veramente fatica a comprendere

Sostiene Giuseppe Conte: Elly Schlein non sarebbe in grado nemmeno di federare le correnti del Pd. Non è precisamente un complimento. Ieri sera abbiamo incontrato l’onorevole Schlein in Senato. Ed ella, ovvero Elly, riferendosi alla manovra di bilancio parlava di “collaborazione” necessaria con le altre forze di opposizione. Poiché tuttavia le altre forze di opposizione, cioè il Movimento cinque stelle, non passa giorno che non prendano a schiaffi il Pd su qualsiasi argomento, a un certo punto noi ci siamo sentiti obbligati a chiederle: scusi, onorevole Schlein, non pensa di dover ribattere per le rime almeno ogni tanto?

 

Ecco. Posta questa domanda, ella ci ha risposto così: “Il mio avversario è il governo, non attaccherò mai i Cinque stelle”. E poco dopo, sulla soglia del Senato, l’onorevole Schlein ha aggiunto anche queste parole, spiegandoci la “strategia”, per così dire: “Ora ci sono le europee, va bene, ma domani ci saranno le politiche e noi dovremo fare un governo con Conte. Quindi non gli rispondo”. Chiaro, no?

  

L’unico dubbio, tuttavia, è che proseguendo di questo passo, alle politiche, ella, insomma Elly, non ci arrivi nemmeno. Ogni mattina infatti, come sorge il sole, Conte si sveglia e sa che dovrà insultare il Pd per scippargli voti alle elezioni europee (che sono proporzionali e si tengono tra pochi mesi). Mentre ogni mattina, come sorge il sole, Schlein si sveglia e sa che non dovrà rispondere a Conte che le ruba i voti, oggi, perché forse un giorno, chissà, arriveranno le elezioni politiche.

   

Anzi: ogni mattina, come sorge il sole, ella, dunque Elly, ricorda quanto sia necessario collaborare con Conte che intanto la tratta come la famosa sguattera del Guatemala. Ora noi abbiamo un grande e referente rispetto per le buone maniere, ma una qualche impazienza ogni tanto ci coglie. E alla fine ci viene in mente ciò che il vecchio Aristide Briand (se ben ricordiamo) diceva scherzosamente: “Per diventare diplomatici non basta essere ben educati, bisogna anche essere un po’ mammalucchi”. Evidentemente Briand presentiva che un giorno, in Italia, sarebbe spuntata Elly Schlein.

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  • Salvatore Merlo
  • Milano 1982, vicedirettore del Foglio. Cresciuto a Catania, liceo classico “Galileo” a Firenze, tre lauree a Siena e una parentesi universitaria in Inghilterra. Ho vinto alcuni dei principali premi giornalistici italiani, tra cui il Premiolino (2023) e il premio Biagio Agnes (2024) per la carta stampata. Giornalista parlamentare, responsabile del servizio politico e del sito web, lavoro al Foglio dal 2007. Ho scritto per Mondadori "Fummo giovani soltanto allora", la vita spericolata del giovane Indro Montanelli.