Ansa

Quarta rata in arrivo

Il dietrofront di Salvini sugli appalti sblocca la trattativa sul Pnrr 

Giorgio Santilli

La Commissione europea chiede la modifica del Codice degli appalti per l’ok alla revisione. Mentre il ministro Fitto media, il Capitano capitola

Ci è voluta una circolare di Matteo Salvini per sbloccare la doppia trattativa con Bruxelles sulla quarta rata e sulla revisione generale del Pnrr, che la scorsa notte era ancora in corso ma ormai alle battute finali. Raffaele Fitto – che probabilmente annuncerà stamattina la fine positiva del negoziato – ha potuto incassare così il sostanziale via libera al nuovo Pnrr e all’esborso di altri 16,5 miliardi entro fine anno dopo che da luglio la Commissione europea aveva scritto e detto che un’intesa con l’Italia non sarebbe stata possibile se non fosse stato rimosso lo scoglio anti-concorrenziale che incombeva sul Codice degli appalti. Il braccio di ferro su questo punto è stato superato soltanto mercoledì, con la firma della circolare del ministro delle Infrastrutture che pochi hanno capito in tutta la sua portata. Lo stesso Salvini ha tenuto ben nascosti i veri contenuti della sua direttiva e in un intervento al congresso dell’Associazione nazionale dei costruttori (Ance) sulle opere pubbliche a Vicenza, ieri, ha arringato la platea con slogan ancora bellicosi: “Indietro non si torna”. Oppure: “Difendo i principi della semplificazione e della sburocratizzazione contenuti nel Codice degli appalti” dagli attacchi dei burocrati di Bruxelles. La svolta, però, c’era già stata.


Di cosa si tratta? Il tema è un po’ tecnico, ma molto significativo. L’articolo 50 del codice degli appalti prevede una serie di procedure (affidamenti diretti e procedure negoziate) che consentono di assegnare un appalto a un’impresa senza passare per una gara formale e in molti casi anche senza darne una comunicazione preventiva per opere di piccola e media grandezza (fino a 5 milioni di euro). Qui sta la restrizione della concorrenza. Ciò su cui si era impuntata la Commissione era non che fosse data questa possibilità di “semplificazione” alle amministrazioni pubbliche per una fascia di opere dove effettivamente gli stati nazionali possono disporre regole proprie. Per la Commissione non era accettabile era il fatto che la riforma, sottoposta al giudizio del Pnrr, usasse il verbo al modo indicativo, considerato un “linguaggio prescrittivo”. In sostanza, il codice dice che “le stazioni appaltanti procedono all’affidamento” dell’appalto senza gara e non che “possono procedere”. E un obbligo anticoncorrenziale per la Commissione è davvero troppo. Il braccio di ferro è stato tutto qui e Salvini ha ribadito ancora ieri la sua posizione, facendo capire che sul punto non intende perdere la faccia.
La sua circolare, però, contiene un’apertura molto forte e questo basta alla Commissione per ritenersi soddisfatta, almeno finché, a gennaio, non sarà varato un decreto correttivo che modificherà il Codice (altro impegno assunto con Bruxelles su cui però Salvini ritiene di avere ancora margini di trattativa).


Cosa dice la circolare del ministro? Anche in questo testo si ribadiscono per 49 righe i principi di semplificazione e celerità cui tiene Salvini, con linguaggio giuridico meno veemente, ma con la stessa sostanza. Alla cinquantesima riga, però, la prima apertura alle richieste dell’Unione europea: “Al contempo viene fatta salva la possibilità di ricorrere alle procedure ordinarie”. Le “procedure ordinarie” sono quelle con gara che vuole Bruxelles o almeno con una larga comunicazione che dia possibilità a un certo numero di imprese di candidarsi alla trattativa. Poi, alla riga 64, la capitolazione: “Le disposizioni contenute nell’articolo 50 del Codice vanno interpretate ed applicate nel solco dei principi e delle regole della normativa di settore dell’Unione europea, che in particolare richiama gli stati membri a prevedere la possibilità per le amministrazioni aggiudicatrici di applicare procedure aperte o ristrette, come disposto dalla direttiva 2014/2024”. Saranno le amministrazioni ad avere piena facoltà di scelta su quale percorso seguire. Sarà interessante oggi a Vicenza capire se canteranno vittoria le imprese, che a lungo si erano battute per aumentare gli spazi di concorrenza, considerando gli affidamenti senza gara sempre e comunque un quadro normativo e di mercato inaccettabile.