(foto Ansa)

Forza Italia-Lega

Tajani e Salvini fanno il Natale a Potenza. Gli scippi, i dispetti. Ronzulli "ridimensionata"

Carmelo Caruso

Si contendono le regioni a colpi di campagna acquisti. Non solo Sardegna e Basilicata. Salvini vuole ore il Piemonte e Tajani l'Umbria. Gasparri prende il posto della capogruppo al Senato

Tajani e Salvini: Salvjani. Si stanno per scippare anche l’auto di servizio. Tajani toglie pure  le chiavi a Licia Ronzulli: via dal volante di capogruppo al Senato. Al suo posto Gasparri. Fanno la staffetta. Salvini e Tajani  no. In Lombardia si insultano a colpi di interviste. In Basilicata hanno già il doppio candidato. La prossima contesa è l’Umbria. A seguire c’è il Piemonte. Meloni parteggia per Tajani, ma Salvini, se gli gira, manda i cantonieri dell’Anas e transenna pure la Farnesina. L’episodio minore, il classico “ora basta”, che racconta lo stato degli affetti tra i due vicepremier, risale al primo novembre. In Lombardia, Tajani ha un coordinatore regionale che sgomita. E’ Alessandro Sorte. Vuole dimostrare quanto vale e sta svuotando la Lega di Salvini. Sono già passati con Forza Italia i leghisti Bastoni e Senna. Alla lista Moratti (che è tornata in FI) ha portato via pure il consigliere regionale Ivan Rota. Fin qui poco male. Peccato che Sorte (e dunque Tajani) abbia puntato pure Attilio Fontana che è la correttezza fatta leghista. Il governatore lombardo ha una sua lista civica e ha eletto in consiglio regionale Jacopo Dozio. E’ stato eletto con soli 93 voti. Deve tutto a Fontana.

 

E’ senza dubbio il consigliere più debole. Sorte lo aggancia e lo porta in FI. Il governatore lo scopre dai giornali e si sente ferito tanto da rilasciare un’intervista dove dice: “Chi non piglia voti, piglia consiglieri”. Un altro leghista, di peso, che starebbe per passare in Forza Italia è Angelo Ciocca, l’europarlamentare campione nel pavese. Poche settimane fa ha abbandonato la Lega l’europarlamentare lombarda, Stefania Zambelli. Anche lei passata in FI. Salvini fa scattare la rappresaglia ovunque.

 

Il segretario della Lega in Abruzzo, Luigi D’Eramo, chiede ora a FI di non candidare “i transfughi eletti con la Lega”. Il problema della Lega è che FI apre le porte a chiunque mentre nella Lega occorrono tre anni di militanza. Forza Italia risponde a D’Eramo e alla Lega in questo modo: “Siamo tutti padroni a casa nostra”. Significa: ma chi vi conosce.

 

Salvini batte i piedi e pretende la Basilicata. Il candidato dovrebbe essere l’uscente di FI, Vito Bardi, ma in Sardegna ormai si è messo in discussione anche l’uscente Solinas (Lega). A dire la verità, in Sardegna, i candidati della destra sono già tre: Solinas per la Lega, Pittalis per Forza Italia e Paolo Truzzu, sindaco di Cagliari, per FdI. Se le cose stanno così, fa sapere Salvini, sapete che faccio? In Basilicata candido il mio Pasquale Pepe. In Piemonte il caso è analogo. L’uscente è Alberto Cirio di FI che Tajani intende nominare vicesegretario di partito insieme a Deborah Bergamini (sarebbe ormai la voce di Marina Berlusconi in FI). Salvini ha però il suo Mol, Riccardo Molinari, il capogruppo alla Camera, che ha già dovuto sopportare lo scippo della presidenza della Camera. In Piemonte la destra è favorita. Salvini potrebbe fare il nome di Molinari. Tajani ha già Sicilia, Calabria, Piemonte, Basilicata, Molise. In Sicilia a fare opposizione a Schifani, di FI, provvede l’ex governatore Raffaele Lombardo, che ha stretto un patto di ferro con Salvini.

 

Ma anche in Campania non va meglio. Il segretario della Lega un nome per le prossime regionali lo ha. E’ l’ex rettore di Salerno, Tommasetti e ci crede così tanto che ha spedito il suo cavalier Claudio Durigon a Napoli, in veste di commissario. Durigon, alla prima intervista che rilascia al Mattino, spiega che la Lega ha le carte per esprimere il candidato presidente  alle prossime regionali. Ma Forza Italia ne ha  uno che ci lavora da una vita, l’europarlamentare Fulvio Martusciello. Spostiamoci in Puglia. Forza Italia, da Manfredonia, a salire, fa la guerra a Massimo Casanova, europarlamentare e caro amico di Salvini.  Resta l’Umbria, regione governata dalla leghista Donatella Tesei. Tajani, sempre per la serie, ci amiamo tantissimo, non la vuole ricandidare. Al suo posto vede bene il sindaco di Perugia, Andrea Romizi. Meloni è la sola che  si diverte. Tajani dice che alle Europee “Forza Italia arriva al dieci per cento”. Salvini precetta Landini ma vuole lasciare a piedi Tajani. Il prossimo cinepanettone lo girano loro due, Salvini e Tajani.  Natale a Potenza.

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  • Carmelo Caruso, giornalista a Palermo, Milano, Roma. Ha iniziato a La Repubblica. Oggi lavora al Foglio