editoriali

Ostaggi della Cgil alla Statale

Redazione

Studenti impediscono di votare una mozione su Gaza. Il sindacato si adegua

La settimana scorsa una riunione del Senato accademico dell’Università statale di Milano, che tra i vari punti all’ordine del giorno aveva una mozione sulla guerra tra Israele e Hamas, è stata interrotta da un centinaio di studenti che chiedevano di rompere le relazioni con le università israeliane. Il rettore ha interrotto la riunione, il che ha impedito di approvare la mozione da lui presentata, e che aveva un tono equilibrato. L’azione degli studenti aveva proprio questo scopo: quello di impedire il funzionamento del massimo organo universitario, non quello di presentare una mozione, visto che un testo analogo era stato presentato regolarmente dai dipendenti rappresentati dalla Cgil.

  

La Cgil poi, in un comunicato, si è arrampicata sugli specchi per giustificare l’iniziativa studentesca, pur riconoscendo che la richiesta di presentare una mozione irregolarmente violava l’ordinamento istituzionale dell’ateneo. Se è comprensibile che un gruppo minoritario di studenti punti a bloccare il funzionamento dell’università, lo è assai meno che la Cgil, che ha una sua presenza legittima nel Senato accademico, si accodi a quel tipo di protesta.

 

Si è creato un clima in cui per sostenere quella che erroneamente viene definita la causa palestinese, visto che i palestinesi sono vittime di Hamas, sia tutto lecito. In un paese democratico sono lecite tutte le posizioni, anche quelle più discutibili, e le azioni a sostegno di quelle posizioni, purché rispettino l’analogo diritto degli altri a esprimere le loro. E’ proprio qui il problema che si presenta sempre più spesso: si impedisce che una maggioranza diversa possa arrivare, seguendo le regole, ad affermarsi e questo dovrebbe essere invece condannato da tutti. Almeno da coloro che in quelle istituzioni hanno un ruolo e quindi una responsabilità: per questo l’atteggiamento peggio che pilatesco della Cgil universitaria è persino più grave di quello della minoranza di studenti che ha inscenato, con successo, la protesta che ha impedito al Senato accademico di concludere ordinatamente i propri lavori.

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