Palazzo Chigi

Meloni: "Premierato è la madre di tutte le riforme". Lo scherzo russo? "L'ambasciatore Talò si è dimesso"

Il Consiglio dei ministri approva il progetto di riforma costituzionale: "Non toccheremo le competenze del capo dello stato", assicura la premier. Via libera anche al piano Mattei. Lo scherzo russo? "Grazie a Talò, mi dispiace per l'inciampo. Ma la telefonata non è stata gestita bene"

Il Consiglio dei ministri ha approvato il progetto di riforma costituzionale con cui il governo Meloni vuole introdurre l'elezione diretta del presidente del Consiglio: "Questa è la madre di tutte le riforme che si possono fare in Italia. È finita la stagione dei ribaltoni, dei giochi di palazzo, dei governi tecnici e delle maggioranze arcobaleno. Si va verso la Terza Repubblica" ha detto la premier. 

Via libera anche al decreto sulla governance del Piano Mattei. Per fare fronte al maltempo che ha colpito la Toscana e altre regioni è stato anche dichiarato lo stato di emergenza nazionale. La premier Giorgia Meloni e i ministri illustrano i provvedimenti alla stampa. 

La riforma costituzionale

Il Consiglio dei ministri ha approvato il testo della riforma concordato in un vertice lo scorso lunedì. "Qualcosa non ha funzionato nel sistema e quello che non funziona riguarda l'orizzonte di legislatura, l'assenza di stabilità che ha creato problemi anche alla nostra credibilità internazionale" ha spiegato Giorgia Meloni. Per questo motivo, dice: "Abbiamo licenziato la riforma costituzionale che introduce l'elezione diretta del capo del governo e garantisce i due grandi obiettivi che ci siamo impegnati a realizzare: il diritto dei cittadini a decidere da chi farsi governare, mettendo fine alla stagione dei ribaltoni, del trasformismo e dei governi tecnici, e garantire che chi viene scelto dal popolo possa governare con un orizzonte di legislatura, garantendo la stabilità".

In breve, la riforma conferma le bozze circolate nel corso della settimana. È prevista l'elezione diretta del premier e un cambiamento della legge elettorale. "Abbiamo deciso di non toccare le competenze del presidente della Repubblica, salvo per quello che riguarda l'incarico che si dà a un premier eletto direttamente dai cittadini", continua la presidente del Consiglio in merito alle preoccupazioni sollevate da alcuni costituzionalisti sul ruolo da "notaio" che assumerebbe il capo dello stato. "Il presidente del Consiglio sarà eletto direttamente dai cittadini a suffragio universale" continua Meloni "ed è prevista una norma anti-ribaltoni. In caso di dimissioni il presidente può essere sostituito (solo una volta) da un parlamentare della maggioranza (e questo mette fine ai governi tecnici e ai ribaltoni) e solo per realizzare il programma di governo del premier eletto". Vengono poi aboliti i senatori a vita, tranne quelli che hanno ricoperto il ruolo di presidente della Repubblica. Su questo articolo Meloni si è detta "molto orgogliosa".

"Sono molto fiera di questa riforma — conclude la premier — e confido che ci sarà ampio consenso. Qual'ora non ci fosse, sarà agli italiani che chiederemo cosa pensano. È una riforma storica che ci porta direttamente verso la Terza Repubblica".

La ministra per le riforme costituzionali Maria Elisabetta Casellati ha commentato il decreto spigando come ci sia la volontà di "dare stabilità e durata ai governi e restituire voce ai cittadini che per troppo tempo hanno riscontrato l'irrilevanza del loro voto" provocando "una sfiducia nella politica e un astensionismo galoppante". Una riforma "minimale" ha aggiunto la ministra, ma "di grande portata perché permetterà di avere credibilità e competitività a livello internazionale, attraverso la stabilità". La ministra si augura che "si possa trovare un ampio consenso parlamentare".

Il Piano Mattei

"In continuità con la riforma costituzionale" il governo ha approvato il decreto per la governance del Piano Mattei. "Con il decreto sul Piano Mattei — ha detto Meloni — abbiamo strutturato la governance che sarà presieduta in capo alla specifica cabina di regia presieduta dal presidente del Consiglio, il ministro degli Esteri e tutti i ministri e le loro materie specifiche".

"Il piano Mattei è forse il più significativo progetto strategico del Governo a livello geopolitico, di un'Italia che vuole ritornare protagonista nel Mediteraneo" continua la premier. La cabina di regia una piattaforma programmatica operativa - ha spiegato - sulla quale costruire un partnenariato equo, paritario con le nazioni africane, trasformando le crisi anche in una possibile occasione di immaginare progetti di lungo termine". 

Sul tema è intervenuto anche il vicepremier Antonio Tajani: "È una scelta di grande importanza perché riguarda la questione dell'immigrazione e la stabilità del continente africano", ha detto subito dopo l'intervento della premier. "Guardiamo al continente africano non con gli occhi degli speculatori ma con gli occhi degli amici. Ritengo che il piano possa rappresentare un punto di vanto per l'Italia e ci consenta di essere uno dei principali interlocutori dei paesi africani", ha aggiunto. 

Lo stato di emergenza per la Toscana

Nel corso del Cdm il governo ha anche approvato il decreto per attivare lo stato di emergenza in Toscana in seguito agli episodi critici di questa notte e nei quali sono morte cinque persone. "Il Consiglio dei ministri ha deciso la deliberazione dello Stato di emergenza per il territorio delle province di Firenze, Livorno, Pisa, Pistoia e Prato", ha detto Meloni, ribadendo "la solidarietà e il cordoglio del Cdm e dell'Italia intera alle famiglie di queste vittime". La premier ha annunciato anche "un primo stanziamento di 5 milioni di euro che serve chiaramente a garantire gli interventi più urgenti". 

Il ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini ha aggiornato sulla situazione nelle zone colpite dal maltempo: "A causa del maltempo in Toscana sono più di 48 mila gli utenti senza energia elettrica e 450 i tecnici Enel che stanno lavorando". Inoltre, ha segnalato rallentamenti ferroviari tra Milano e Roma e la sospensione delle linee Rfi Bologna-Prato e Pistoia-Prato.

Lo scherzo telefonico: si è dimesso il capo dell'ufficio diplomatico di Palazzo Chigi

La conferenza stampa è stata anche l'occasione per rispondere alle domande di cronisti sulla telefonata finta dei due comici russi a metà settembre. La premier ha riferito che lo scherzo: "Ci sono stati degli errori imputabili all'ufficio tecnico" ha detto Meloni, spiegando come la telefonata "è la ragione per cui questa mattina l'ambasciatore Francesco Maria Talò (capo dell'ufficio del consigliere diplomatico di Palazzo Chigi, ndr) ha rassegnato le dimissioni. Lo considero un gesto di grande responsabilità". Meloni ha parlato di "situazione gestita con leggerezza" e di "vicenda non gestita bene". "Come ho già detto verso la fine della telefonata ho avuto un dubbio, specie sul nazionalismo ucraino, che è tema che pone solo la propaganda Russia. Una certezza non potevo averla" ha sottolineato la premier.

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