Palazzo Chigi

C'è l'accordo nella maggioranza su legge di Bilancio e premierato

Dopo l'incontro del centrodestra, Palazzo Chigi fa sapere che il testo della manovra sarà trasmesso già oggi in Parlamento. Venerdì in Consiglio dei ministri arriva il decreto sulle riforme costituzionali 

C'è l'accordo di maggioranza sulla manovra: il testo sarà trasmesso oggi in Parlamento e il centrodestra non presenterà emendamenti. "Dall’incontro è emersa la grande compattezza e determinazione delle forze di maggioranza", si legge in una nota di Palazzo Chigi. "Le forze di maggioranza hanno confermato la volontà di procedere speditamente all’approvazione della Legge di Bilancio, senza pertanto presentare emendamenti. Il governo terrà conto con grande attenzione del dibattito parlamentare e delle considerazioni delle forze di maggioranza e opposizione", conclude la nota. 

"La manovra oggi pomeriggio sarà in Parlamento: tutto si è risolto nel modo migliore", sono le parole del ministro Antonio Tajani al termine del vertice di maggioranza a Palazzo Chigi per fare il punto sulla legge di bilancio e sul ddl riforme. "Sarà una manovra che ridurrà la pressione fiscale nel nostro paese per molti cittadini con il taglio del cuneo fiscale", ha aggiunto. Il testo definitivo sarà trasmesso oggi al Parlamento. Domani al Senato si riunirà la commissione Bilancio per iniziare l'iter di approvazione. "Siamo uno dei pochi governi che presenta la manovra nei tempi previsti: è un buon risultato", ha concluso Tajani.

Al vertice presieduto dalla premier Giorgia Meloni hanno partecipato i vicepremier Matteo Salvini e Antonio Tajani, il ministro Giancarlo Giorgetti, il viceministro Maurizio Leo, i sottosegretari Alfredo Mantovano e Giovanbattista Fazzolari, l’on. Lorenzo Cesa dell’Unione di Centro e l’on. Maurizio Lupi di Noi Moderati. 

I partiti di maggioranza hanno trovato un'intesa anche sulla proposta di premierato che venerdì andrà in Consiglio dei ministri. Si confermano dunque le ipotesi circolate in queste ultime ore: un premierato "soft" che introduce l'elezione diretta del presidente del Consiglio, nessuna sfiducia costruttiva, la legge "anti ribaltoni" e un premio di maggioranza al 55 per cento.