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Le imprese del nord avvisano il governo: “No a misure elettorali nella Manovra”

Luca Roberto

Confindustria boccia la tassa sugli extraprofitti ("rischiamo di pagarla noi imprenditori") e sulla legge di Bilancio chiede all'esecutivo di puntare su lavoro e investimenti: , "senza troppa ideologia". Parlano Ricuperati (Bergamo), Destro (Veneto est) e Manzana (Trento)

“Questo governo deve dimostrare di saper essere lungimirante nelle scelte a favore delle imprese. No a spezzatini a fini unicamente elettorali”. La presidente di Confindustria Bergamo, Giovanna Ricuperati, ben sintetizza qual è l’opinione del mondo produttivo nei confronti del governo Meloni. “In particolar modo adesso che la coperta è corta, ci aspettiamo che  siano oculati. La priorità devono essere gli investimenti, perché le imprese possano produrre valore aggiunto”, spiega al Foglio. Abbiamo disturbato alcuni imprenditori per sapere se è vero, come scrivono all’estero, che s’è interrotta la luna di miele tra questo esecutivo e i mercati, le imprese. “Di vero c’è che siamo in una fase di rallentamento. Solo nel nostro distretto il 40 per cento delle aziende sta sospendendo o fortemente rallentando gli investimenti”, dice Leopoldo Destro, presidente di Confindustria Veneto est, che raggruppa le province di Venezia Padova Rovigo e Treviso e produce un pil aggregato di circa 86 miliardi di euro. “Per questo la legge di Bilancio sarà uno spartiacque: ci aspettiamo di vedere misure a sostegno delle imprese. Non solo il ripristino di Industria 4.0. Ma anche di essere in grado di mettere a terra i fondi del Pnrr, con le imprese che suppliscano ai comuni che non sono in grado di spendere. Così come una resa più strutturale del taglio al cuneo fiscale”.

 

Secondo Fausto Manzana, presidente di Confindustria Trento, reduce dall’annuale assemblea a cui hanno preso parte anche il ministro Urso e la segretaria del Pd Schlein (“sono andati molto d’accordo”, dice sorridendo), la lettura secondo cui all’estero starebbero già bocciando il paese è un poco esagerata. “Più che altro sono molto preoccupati dal nostro debito, per tutta la serie di spese folli che abbiamo avuto in questi anni, dal Superbonus al Reddito di cittadinanza”. Eppure la prossima legge di Bilancio è davvero vista  come un appuntamento da non sbagliare, soprattutto perché le risorse sono poche e i paletti finanziari molti. “La priorità dovrebbe essere il lavoro, con un taglio al cuneo selettivo che vada a favorire l’occupazione femminile e giovanile. E poi un riguardo agli investimenti, soprattutto per quanto riguarda la transizione green e digitale”, spiega Manzana. Fatto sta che al governo, in tema di politica economica, il capo degli industriali trentini imputa il “giocare unicamente di rimessa. Questo è il tempo della manovra, non delle promesse da campagna elettorale. Mi auguro che Meloni da questo punto di vista abbia la schiena dritta”. E del resto, se le imprese con Draghi avevano trovato un interlocutore privilegiato, con questo governo navigano molto più a vista. Unanime, tra gli industriali, la bocciatura nei confronti della tassa sugli extraprofitti delle banche.

“Blitz last minute? No grazie. Alle misure elettorati preferiamo programmi elettorali intelligenti e di lungo periodo. Che certo guardino anche al grande tema della collocazione in Europa”, dice Ricuperati. “Quella sugli extraprofitti è una misura che ha creato imbarazzi. E il rischio è che la paghino gli italiani. Non solo le imprese, ma anche tutti i cittadini”, aggiunge Destro. Mentre per Manzana “queste norme producono solo incertezza. Un governo serio le cose le fa perché ci crede, e poi le annuncia. E in questo caso si è solo individuato un nemico che potesse solleticare l’elettorato”.

Anche sull’immigrazione, infine, le imprese chiedono un atteggiamento pragmatico. “Perché siamo nel pieno di un inverno demografico, e abbiamo bisogno di soluzioni concrete. Non solo accogliere, ma anche integrare”, spiega ancora il capo di Confindustria Veneto est. “E’ un lavoro che deve partire da un percorso di formazione, dall’individuazione di interlocutori che collaborino con l’Europa. Ma certo abbiamo bisogno di ponti, non di muri”, analizza Ricuperati. Un versione con cui è pienamente d’accordo anche Manzana: “Eppure mi sembra che anche su questo il governo abbia un approccio troppo ideologico. Ma a noi imprenditori interessano risposte concrete. E tra un po’ di tempo chiederemo conto al governo di quello che è stato fatto”.