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Editoriali

Le alleanze masochiste di Meloni e Salvini

Redazione

Sull’immigrazione Lega e FdI dovrebbero tifare per Macron, non per Le Pen

Si indigna, Matteo Salvini, quando Gérald Darmanin, ministro dell’Interno francese, nega la disponibilità di Parigi ad accogliere i migranti sbarcati a Lampedusa. E si stenta a crederlo, o forse no, ma è lo stesso Matteo Salvini che poche ore prima esaltava Marine Le Pen dal palco di Pontida. Cioè colei che, prima di arrivare sul sacro pratone leghista, aveva chiesto a Emmanuel Macron di dire chiaramente che Parigi non era disponibile ad accogliere i migranti sbarcati a Lampedusa. Jordan Bardella, il leader del Front National, lo aveva messo nero su bianco due giorni prima del raduno del Carroccio: “Macron prenda solennemente questo impegno: la Francia non accoglierà neppure un solo migrante”.

    

Del resto, che per ottenere un sostegno concreto dalla Francia Salvini e Giorgia Meloni devono sperare che Macron non ascolti i sovranisti d’oltralpe, pare evidente. Il governo francese, solo a cercare di inserire delle quote stabilite per l’accoglienza dei migranti, si ritrova sotto il tiro incrociato non solo di Le Pen, ma anche di Eric Ciotti, capo dei Repubblicani con spiccate tendenze a destra. “Se la Francia accetta la logica della ripartizione dei migranti, apre la porta all’invasione”, ha tuonato due giorni fa, rilanciando la sua idea di un referendum consultivo per proporre una ulteriore chiusura delle frontiere francesi. E lo stesso, del resto, vale in Germania.

   

Dove i primi a denunciare la mollezza di Olaf Scholz – che dopo aver bloccato le procedure di ripartizione, a seguito della crisi di Lampedusa, è tornato sui suoi passi – sono stati gli esponenti di quelela AfD, estremisti di destra, con cui Salvini intende costruire l’internazionale euroscettica. Né è troppo diverso il discorso per Meloni. I suoi alleati del PiS polacco sono tra i più strenui oppositori di qualsiasi politica di redistribuzione dei migranti. E pure loro, in vista delle elezioni di ottobre, hanno in programma il loro bel referendum. Tutti sovrani a casa propria, insomma. Tutti patrioti coi migranti degli altri. Non c’è che dire: una grande strategia delle alleanze, per Meloni e Salvini.