Il ferragosto delle opposizioni

Gazebo e gazzarre. Lo scaricabarile tra Pd e M5s sul crash del sito per il salario minimo

Gianluca De Rosa

Primo giorno praticamente tutto offline per i troppi accessi al portale per la petizione sul salario minimot. I grillini ironizzano: "Giuseppe ha troppio follower, il sito non ha retto"

Sotto l’egida di Pasquale Tridico. L’ex presidente dell’Inps è il sacerdote della nuova comunione Pd-M5s che ha come ingrediente segreto la battaglia per i 9 euro l’ora, la soglia fissata dal Pd, M5s, Azione, +Europa e Alleanza sinistra verdi per il salario minimo legale. Fu lui a inizio luglio a riunire all’Università Roma Tre Elly Schlein, Giuseppe Conte e Maurizio Landini per lanciare  la comune proposta. Sempre lui ieri, dalle colonne del Fatto, spiegava come il paese non può dimenticare “la lobby” dei 12 milioni di poveri, compresi i lavoratori sotto pagati che il provvedimento aiuterebbe. Tridico maestro di contenuti, certo, ma anche di metodi.
Lo si è capito domenica
quando, a dieci giorni dalla registrazione del dominio, senza simboli di partito, è stato lanciato il sito per la petizione online di supporto alla proposta. Alle 14, appena due ore dopo il primo annuncio, il sistema è andato in crash. Troppi accessi, si è detto. Il sito è stato offline fino alle 20. Praticamente tutto il giorno. Gli organizzatori sono comunque soddisfatti. “Siamo già oltre le 100 mila firme”. Ma a tanti l’imprevisto ha ricordato quanto accaduto a fine marzo 2020 quando l’allora presidente dell’Inps Trdidico lanciò sul sito dell’ente previdenziale la richiesta di cassa integrazione e bonus autonomi per l’emergenza Covid. Il sistema andò in tilt in pochissimi minuti tra gli sfottò dei cittadini e persino della piattaforma pornografica PornHub: “Vorremmo offrirvi aiuto per potenziare il vostro sito grazie ai nostri server, contattateci”.


Se però allora, in modo ben più grave, fu l’Inps di Tridico a farsi trovare impreparata, questa volta chi si è occupato del sito? Nessuno vuole prendersi la responsabilità del flop. Dal Pd suggeriscono di sentire l’ex capo politico pro tempore Vito Crimi: “E’ lui che se n’è occupato”. In realtà il sito è stato affidato dal comitato promotore – con esponenti di tutti i partiti – a una società esterna. Ma chi l’ha trovata? Dalle parti del M5s guardano verso il Nazareno. “Non per dare la colpa a qualcuno – spiegano – ma delle questioni tecniche si occupava direttamente un collaboratore di Schlein”. E però in qualche modo i grillini si accollano lo stesso la responsabilità del crash. “In un certo senso  il sito è collassato per colpa nostra”, spiega sghignazzante un parlamentare. “Finché a condividere la petizione online sono stati gli altri leader ha retto benissimo, mentre quando l’ha condiviso  Conte le firme sono schizzate e il sistema è collassato”. E d’altronde i grillini, pur contenti di trovarsi sullo stesso fronte con le altre opposizioni, non hanno intenzione di rinunciare alla paternità della proposta, come spiegava ieri su Repubblica Stefano Patuanelli: “Quello sul salario minimo è in tutto e per tutto il ddl Conte”.


Intanto ci si organizza anche per la raccolta firme cartacea. Non si sa ancora se ci sarà un evento comune con Schlein e Conte, né quando i leader di Pd e M5s parteciperanno al primo gazebo. Il M5s ai affiderà ai 200 comitati territoriali, mentre il Pd, tra feste dell’Unità e banchetti, è già partito a Monopoli (Bari) Villadossola (Verbania), Brembate (Bergamo), San Giovanni in Persiceto (Bologna), Livorno e San Gimignano (Firenze).

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