Un momento della commemorazione per la strage di Bologna (Ansa)

Editoriali

L'ipocrisia del doppio standard sulle verità di Bologna e sul caso Moro

Redazione

Quella della stazione fu una strage eversiva fascista, ed è giusto mettere un punto fermo. Ma un punto fermo c’è anche per lo statista della Dc e per le Br, per non dire della trattativa stato-mafia. C’è terrorismo e terrorismo? No

Dell’errore di Giorgia Meloni che non ha partecipato alle commemorazioni per la strage di Bologna s’è scritto. Ma poi arriva il titolo, particolarmente fuori tono e fuori centro, di Repubblica ieri, “Oltraggio alla memoria”. Il cui sottinteso, mistificatorio, va molto oltre il legittimo rimprovero alla premier: quel che si intende è che Meloni vuole favorire una memoria distorta su Bologna e addirittura nuovi depistaggi. L’utilità di una commissione d’inchiesta su Bologna è tutta da dimostrare – come del resto di qualsiasi altra commissione – ma liquidarne la sola ipotesi con il solito retorico “ma le sentenze hanno chiarito che la strage del 1980 fu una strage fascista” (il Pd nel 2020) è quantomeno rivedibile. Anche perché Meloni ha invece affermato che la ricerca della verità “passa anche dal mettere a disposizione della ricerca storica il più ampio patrimonio documentale e informativo”, degli atti declassificati.

Eppure Elly Schlein ha detto: “Non accettiamo alcun tentativo di depistaggio ulteriore, alcun tentativo di riscrivere la storia”. Una cosa colpisce di questo squilibrio, o meglio ipocrisia, attorno al concetto di “riscrivere la storia”. Per cui c’è strage e strage, terrorismo e terrorismo, e persino commissione d’inchiesta e commissione d’inchiesta. Così che a ogni 16 marzo, a ogni 9 maggio, nella commemorazione dell’eccidio brigatista di via Fani e dell’omicidio brigatista di Aldo Moro non manca mai l’invocazione di una diversa “verità storica”, della ricerca dei “veri” mandanti, che sarebbero ovviamente la Dc, gli Usa, la Nato, nonostante processi definitivi abbiano individuato i veri colpevoli: le Brigate rosse. E nonostante ben due commissioni parlamentari abbiano lavorato per anni senza trovare colpevoli diversi da quelli indicati dai giudici. Invece, per Bologna, nessuno deve osare chiedere altro. Bologna fu una strage eversiva fascista, ed è giusto mettere un punto fermo. Ma un punto fermo c’è anche per Moro e per le Br, per non dire della trattativa stato-mafia. Come direbbe Schlein: basta coi tentativi “di riscrivere la storia”.

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