L'idea
La Repubblica dello scalpo
Subito una Commissione contro l’orrore delle Commissioni d’inchiesta
Ogni testa un tribunale, ogni parlamentare una commissione d’inchiesta. Ognuno ha la sua: quattro nuove commissioni sono già state istituite, e ben trentatré proposte di altre commissioni sono state avanzate dai partiti. L’espressione “ci vuole una commissione d’inchiesta” corre in Parlamento, e tra i nostri allegri politici, con la stessa disinvolta impudicizia d’una danzatrice che si dimena in un baraccone da fiera. Questa legislatura è particolarmente benedetta dall’abbondanza, e tra quelle istituite e quelle “istituende” c’è solo l’imbarazzo della scelta. Dalla commissione che deve indagare sulle merci contraffatte a quella che si deve occupare di un dimenticato omicidio in Toscana avvenuto vent’anni fa. Da quella sul “degrado delle città” a quella che autorevolmente deve venire a capo della “condizione giovanile”. Ce n’è pure una che, più modestamente delle altre, vuole soltanto svelare i mandanti e i complici di tutte le stragi e di tutti gli attentati “avvenuti in Italia dal 1953 al 1992”. Deputati e senatori non frequentano le commissioni “normali”, le disertano sistematicamente, ma vanno pazzi per quelle speciali e d’inchiesta. Così adesso l’on. Tommaso Foti, presidente del gruppo di FdI alla Camera, un signore che se restate senza sigarette è meglio che andiate a comprarvele voi (perché quello è capace che torna col resto sbagliato), ha avanzato la trentaquattresima proposta di commissione d’inchiesta. Numero pari. Numero tondo. Trentaquattro. “Bisogna indagare su Pasquale Tridico”, ha detto Foti.
Abbonati per continuare a leggere
Sei già abbonato? Accedi Resta informato ovunque ti trovi grazie alla nostra offerta digitaleLe inchieste, gli editoriali, le newsletter. I grandi temi di attualità sui dispositivi che preferisci, approfondimenti quotidiani dall’Italia e dal Mondo
Il foglio web a € 8,00 per un mese Scopri tutte le soluzioniOPPURE
- Salvatore Merlo
Milano 1982, vicedirettore del Foglio. Cresciuto a Catania, liceo classico “Galileo” a Firenze, tre lauree a Siena e una parentesi universitaria in Inghilterra. Ho vinto alcuni dei principali premi giornalistici italiani, tra cui il Premiolino (2023) e il premio Biagio Agnes (2024) per la carta stampata. Giornalista parlamentare, responsabile del servizio politico e del sito web, lavoro al Foglio dal 2007. Ho scritto per Mondadori "Fummo giovani soltanto allora", la vita spericolata del giovane Indro Montanelli.