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il tormentone del vicepremier

Salvini come il rapper Bello Figo ha il disco per l'estate: "Io no pago tasse"

Salvatore Merlo

Altro che Meloni, siamo tutti Matteo. Mentre lei s’impantana sulla riforma dell’abuso d’ufficio tra un vertice Nato e un viaggio a Tunisi, lui si intesta la battaglia del fisco

Meloni s’impantana sulla riforma dell’abuso d’ufficio per evitare che i sindaci italiani vadano in galera, Salvini esce fresco con la testa al vento e propone il condono tombale delle tasse. Non si pagano. Basta. Mai più. Ma vuoi mettere? Lei se ne va a Vilnius con le scarpe che le fanno male a discutere di allargamento della Nato e altre cose impopolari, poi deve pure spiegare che il patto europeo sull’immigrazione è complicato visto che i tunisini fanno cose da turchi, mentre lui la mattina è a una festa della Lega con salsicciata a Parco Lagozza e infine annuncia l’alta velocità Bari-Napoli (che va più lenta dell’autobus, ma sono dettagli). Adesso ha all’incirca in programma Luino, Ponte Seveso e Pallanza. E lo hanno anche richiesto in qualche sperduto casolare dove mancano le distrazioni. Ogni tappa un nastro. Ogni paesino ecco l’inaugurazione d’una strada provinciale (i cui cantieri però aveva aperto un altro ministro, ma anche questo è un dettaglio). Vuoi mettere? Altro che Giorgia Meloni. Uno nella vita vuole essere come Matteo Salvini. “Non posso pensare che un terzo degli italiani, tolti i minorenni, sono persone che hanno avuto un problema con il fisco”, ha detto ieri quest’uomo circolare che ha capito tutto della vita. Lui sa che sulla bandiera italiana, dopo tengo famiglia, c’è scritto ho problemi col fisco. E allora siamo tutti con Salvini e malediciamo il Papeete che ci ha impedito d’averlo oggi a Palazzo Chigi. Lui le tasse le elimina. E come Bello Figo, il rapper nero e immigrato, cantava “io no pago affitto”, adesso con Salvini è tutto un “io no pago tasse”. Un disco per l’estate. E’ già un successo. E che nella delega fiscale approvata mercoledì scorso (relatore un leghista) sia stato previsto addirittura un severissimo prelievo diretto dai conti correnti degli evasori fiscali, come dire, questo è un po’ come l’alta velocità Bari-Napoli che va a bassa velocità. Dettagli.

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  • Salvatore Merlo
  • Milano 1982, vicedirettore del Foglio. Cresciuto a Catania, liceo classico “Galileo” a Firenze, tre lauree a Siena e una parentesi universitaria in Inghilterra. Ho vinto alcuni dei principali premi giornalistici italiani, tra cui il Premiolino (2023) e il premio Biagio Agnes (2024) per la carta stampata. Giornalista parlamentare, responsabile del servizio politico e del sito web, lavoro al Foglio dal 2007. Ho scritto per Mondadori "Fummo giovani soltanto allora", la vita spericolata del giovane Indro Montanelli.