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Concorso esterno e condoni, i due No di Meloni a Nordio e Salvini

Redazione

La presidente del Consiglio blocca i due ministri sul progetto di riforma del concorso esterno in associazione mafiosa e sulla proposta leghista di pace fiscale. Stemperare il clima per proseguire. "Le priorità sono altre" 

Due “no” per lasciarsi alle spalle le polemiche delle ultime settimane. È questa la decisione della presidente del Consiglio Giorgia Meloni che prova a mettere un freno alle fughe in avanti dei suoi ministri. Il primo no è per Carlo Nordio e il suo progetto di revisione del reato di concorso esterno in associazione mafiosa che tanto aveva fatto discutere. È bastata una breve e concisa dichiarazione, in occasione del viaggio in treno per inaugurare la nuova tratta Roma-Pompei, per fermare l’iniziativa del guardasigilli senza utilizzare toni bruschi.

 

“Comprendo benissimo sia le valutazioni che fa il ministro Nordio, sempre molto preciso, sia le critiche che possono arrivare, però mi concentrerei su altre priorità” ha affermato la premier. Lo stop deciso da Meloni arriva sia per cercare di calmare le acque agitate della maggioranza sia per riportare un’idea di destra securitaria e intransigente sui temi della giustizia, al di là delle valutazioni di merito sull’efficacia del reato di concorso esterno. 

 

La frenata della premier è stata subito recepita e accettata dal ministro Nordio, che ha immediatamente diramato una nota di condivisione: “Con lei [Meloni, ndr] siamo e siamo sempre stati in perfetta sintonia. Il problema del concorso esterno è essenzialmente tecnico e mira semmai a rafforzare la lotta contro la criminalità organizzata. Ma la sua revisione non fa parte del programma di governo

 

Come se non bastasse ad aprire un ulteriore fronte di spaccatura nell’esecutivo ci ha pensato anche Matteo Salvini. Il vicepremier ha deciso di rilanciare, ancora una volta, la sua idea di pace fiscale. Durante una visita allo stabilimento Mermec-Ferrosud di Matera il ministro, rispondendo ad alcune domande dei cronisti presenti, ha dichiarato: “Oltre alla riforma della giustizia, una grande e definitiva pace fiscale tra fisco e contribuenti è fondamentale per liberare milioni di italiani ostaggio da troppi anni dell’Agenzia delle entrate”

  

Il no in questo caso non è arrivato, per il momento, in prima persona dalla premier ma diversi esponenti e fonti della maggioranza, sia di Fratelli d’Italia che di Forza Italia, hanno spiegato come l’idea sia al momento totalmente da escludere. Il governo è infatti al lavoro sulla riforma del fisco che dovrebbe essere approvata oggi anche al Senato. Un eventuale progetto di modifica farebbe saltare tutto l’iter e costringerebbe il governo a ripartire da zero. Inoltre il 30 settembre sono in scadenza i termini dell’ultimo progetto di pace fiscale, dunque sarebbe utile almeno aspettare questa data per valutare gli effetti della precedente misura. Il discorso potrebbe tuttavia essere riproposto dal leader della Lega in occasione della prossima manovra finanziaria, ma per il momento anche questa idea dovrebbe essere accantonata.