A Napoli

L'isola felice di Rai De Luca, mattatore dei nuovi palinsesti

Carmelo Caruso

Scene della giornata di presentazione dei nuovi programmi Rai. Il governatore campano attacca Berlinguer e Corona. La prossima stagione della tv pubblica tra caprai e macchinoni 

Vincenzo De Luca, ti vogliamo a Rai unificata! Presidente non andare a La7! Vincenzo, ti diamo pure Sottovoce di Marzullo. Siamo venuti a Napoli per raccontare i nuovi palinsesti Rai e abbiamo trovato il sostituto di Bianca Berlinguer. Il tassista per accompagnarci a Fuorigrotta, all’Auditorium Rai, ha preteso 30 euri, e noi abbiamo fatto pure storie: “Dotto’ è tariffa fissa. Il tassametro è a rischio suo. Vuole rischiare?”. Benedetti mariuoli! Cronaca: la presidente Rai, Marinella Soldi, sale sul palco, saluta i giornalisti, piazza un anglismo, over the top, aggiunge un cucchiaio di Zeitgeist, e poi passa la parola a De Luca. E’ il momento San Gennaro. Il sangue si scioglie, la lingua altrettanto. Il divo De Luca si manifesta: “Rai, ho una doglianza. Ho visto che se ne va Berlinguer. Pensare di non vedere quel Neanderthal, quel troglodita, che si presentava come un capraio afghano, un cammelliere yemenita, mi fa male. Sto male quando penso che non vedremo più quell’immagine di eleganza. Avete tirato questa sola a Mediaset con la Berlinguer!”. Il capraio sarebbe Mauro Corona che  va ora in giro con la canotta Dolce & Gabbana, regalata da Ps. Berlingueroni. Il programma nuovo di De Luca lo esigono  gli investitori pubblicitari. E’ già l’irrinunciabile Rai come Alberto Angela. I fedeli Rai, ascoltato il presidente, sembravano infatti i colleghi di Fantozzi, nella scena della Corazzata: “Bravoooo!”

  

 Non stiamo facendo spirito. Siamo andati da Corsini, direttore Approfondimento Rai,  e abbiamo chiesto un parere sulla performance di De Luca: “Uno così, in televisione, fa la differenza. Non c’è dubbio”. Subito dopo ci siamo avvicinati a De Luca per conoscere la sua opinione su Schlein. Lui, il divo, ha risposto: “Ma iatevvenne, non mi fate dire niente che è meglio”. Presidente, ma perché non fai un Partito meridionale e abbandoni il Pd? Il divo: “Questa è una buona idea. Il partito delle due Sicilie e mandiamo ‘a vafanculo tutti”. Se questo momento di televisione fosse stato misurato, vi garantiamo che avremmo stracciato pure Mario Giordano e se non fosse stato per Bianco De Luca, vi diciamo la verità, avremmo scritto “Rai Cdm”.  Sembrava di stare a Palazzo Chigi, anziché alla presentazione dei palinsesti,  e il Centro di Produzione Rai somigliava a una concessionaria d’auto. Macchinoni, Ncc, Carabinieri, manco fosse il G20. Gli investitori hanno avuto una carrozza Alta velocità a disposizione: Roma-Napoli. Accipicchia! Le tre big della Vigilanza Rai, Floridia, Boschi e Montaruli: “Vogliamo essere alla cena di gala”. Aggiungi tre posti a tavola. In tutto questo mi si nota di più, i giornalisti non riuscivano a capire dove lasciare la  pcscrivente, almeno fino a quando è arrivata una signora e ha detto: “Date. Non abbiamo i ticket numerati. Ma ho un metodo infallibile. Descrivo la sacca”. Genio Rai. Il direttore di Rai Pubblicità, Tagliavia, era vestito alla Guido Crosetto. Pure i megadirettori galattici di vattelappesca. Tutti Crosetto. Pino Insegno, amico di Meloni, si sente ormai più importante di Amadeus: anche lui abito da ministro. Avrà due programmi. Enrico Ruggeri era vestito Msi, tutto nero. Tendenza Fazzolari. L’unico eccezionale, inutile dire, era Tom Mellone, Angelo Mellone, direttore intrattenimento Day time. Si è presentato in espadrillas e bretelle. Le aveva pure Francesco Giorgino, il tennista Rai. Insomma, ve la diciamo chiara, non c’era trippa omaggio per giornalisti. Come ci ha confermato un nostro collega: “Solo Mediaset ti dà l’omaggio. L’anno scorso ho portato a casa una tracollina della Spalding. Quest’anno  cosa c’era? Dimmi”. Era una lampada di design. Dicono che la usi Corona nel suo rifugio. Loro, a Mediaset, avevano Gerry Scotti che presentava i palinsesti, mentre la Rai, sapete chi aveva? Stefano Coletta. E’ il direttore Rai Distribuzione e come ha stabilito un’autrice di Un Posto al sole, seduta accanto a noi, “fa cadere ‘o latte”. Quando Coletta ha elencato i nuovi programmi, consegnati a Facci, De Girolamo, Barbareschi, Balivo, Bortone (si è dimenticato di citare la riconferma del programma di Saviano e alla Domenica Sportiva la coppia Rimedio-Rolandi), sulla tratta Roma-Napoli stava per scoppiare una sommossa che serviva la Polfer. I conduttori dimenticati, e infuriati, hanno bombardato di messaggi Coletta, tutto vero, tanto che Coletta ha dovuto riprendere la parola e dire: “Non potevo citare tutti”.

 

Per fortuna, accanto a Coletta c’era Roberto Sergio, il generale Patton, con un paio di gemelli come quelli di Vittorio Feltri. Il generale era così felice che ci ha detto, sottovoce, “appena finisco vi porto a vedere il mio tank”.  I giornalisti lo pungevano su Tele Kabul, la Rai 3 di sinistra caduta,  e con lui pungevano Corsini, che non ne può più. Al bar: “Basta. Kabul è una città e non una rete. Mi farò una maglietta”. Chiamato sul palco, il corso Corsini si difendeva: “Abbiamo il dovere di sperimentare. Anche Angelo Guglielmi lo ha fatto con Ferrara, noi lo facciamo con Nunzia De Girolamo”. Perdonateci, ma qui ci hanno toccato sul Ferrara. A quel punto, chiediamo la parola e facciamo  una domanda al generale Patton e la facciamo velenosa: “Amministratore, da Ferrara a De Girolamo, con tutto il rispetto, ci sembra che ci sia una differenza importante”. Aggiungiamo pure: “E’ vero che è stato chiamato dal governo per consegnare, fra un anno, la Rai al suo direttore generale, Giampaolo Rossi?”. Sentite Patton: “Io non scaldo la sedia, ma non sono neppure uno che brama la sedia. Con Rossi c’è un’amicizia vera”.  Su Fiorello, che ha un problema con gli inquilini di Via Asiago, ha promesso che andrà direttamente lui a trattare. E’ amministratore pure di condominio. Alla fine della presentazione se ne va via a bordo di una Mercedes-Benz. E’ la nostra ultima scena.  Ne siamo certi. E’ andato a Salerno da De Luca: “Vincenzo, ti diamo pure il segnale orario. Il programma lo possiamo chiamare ‘L’isola di De Luca’. Funziona. Vincenzo, la tua collocazione naturale è il martedì sera su Rai 3. Vincenzo, quanto vuoi?”.

Di più su questi argomenti:
  • Carmelo Caruso
  • Carmelo Caruso, giornalista a Palermo, Milano, Roma. Ha iniziato a La Repubblica. Oggi lavora al Foglio