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l'autonomia differenziata

Gli addii alla Commissione Cassese? Più pretestuosi che suggestivi

Redazione

Amato, Bassanini, Gallo e Pajno lasciano il gruppo di lavoro incaricato di stabilire i livelli essenziali di prestazioni relativi all'autonomia differenziata. Secondo loro sarebbe stato meglio occuparsi di uno spettro di tematiche più ampio. Ma molte volte il meglio è nemico del bene

Quattro membri della commissione presieduta da Sabino Cassese e incaricata di stabilire i livelli essenziali di prestazioni da garantire a tutti i cittadini in relazione alla riforma dell’istituto regionale che prevede l’autonomia differenziata si sono dimessi. Si tratta di Giuliano Amato, Franco Bassanini, Franco Gallo e Alessandro Pajno. La ragione di questa scelta è illustrata in una lettera, nella quale si solleva un problema, quello della definizione troppo limitata del mandato: si chiede di definire soltanto i livelli di prestazione derivanti dalle legislazioni e dalle amministrazioni regionali, mentre a determinare le differenze concorrono anche i poteri nazionali e quelli comunali. Secondo i dimissionari bisognerebbe fare una ricognizione generale sulle cause delle differenze delle prestazioni ricevute dai cittadini. E' un’impostazione basata su una critica non solo al governo attuale ma anche a quelli precedenti: “Vi sono materie nelle quali il legislatore non ha mai proceduto a determinare Lep e molte altre nelle quali questa determinazione è stata parziale”. Questo ritardo dovrebbe essere superato dal lavoro della commissione, che assumerebbe così una funzione più ampia di quella indicata all’atto della sua convocazione. Una prospettiva suggestiva, ma che avrebbe dovuto spingere coloro che si sono dimessi a non accettare di entrare in un organismo i cui compiti erano più limitati. Hanno scelto di non dare un contributo alla corretta definizione dei livelli di prestazioni connessi all’autonomia regionale, perché secondo loro sarebbe stato meglio occuparsi di uno spettro di tematiche più ampio. Sarebbe stato meglio? Può darsi, ma non sarebbe la prima volta in cui il meglio è nemico del bene.

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