Il populismo green di Conte e Schlein sui Sussidi ambientalmente dannosi

Luciano Capone

Elly e l'Avvocato del popolo predicano il taglio di 20-30 miliardi di incentivi alle "fonti fossili", ma non spiegano che vuol dire aumentare le tasse e bollette a famiglie e imprese. Per giunta, su accise e manovra Pd e M5s si contraddicono

Una volta, quando mancavano le risorse per coprire maggiori spese o minori tasse, i politici dicevano due cose: “Recupero dell’evasione fiscale” e “taglio degli sprechi” (spesso nelle varianti “auto blu” e “pensioni d’oro”). Sono formule magiche che resistono ancora, ma nell’epoca della transizione ecologica ed energetica, ai vecchi abracadabra se n’è aggiunto un altro: “Eliminazione dei Sussidi ambientalmente dannosi”. Ne parla continuamente Giuseppe Conte, dicendo che invece di eliminare il Superbonus bisogna tagliare “30 miliardi per gli incentivi sul fossile”. E ne parla anche la neo segretaria del Pd, Elly Schlein, che nella sua mozione scrive: “L’Italia ogni anno spende quasi 22 miliardi di euro in Sussidi ambientalmente dannosi (Sad). Vanno al più presto eliminati, reinvestendo queste risorse nella conversione ecologica”.

 

Lo slogan è chiaro, ma il problema è che nessuno dei due spiega che la traduzione pratica del principio significa aumentare le tasse a famiglie e imprese. Tutti ne parlano in generale, ma nessuno nello specifico. I Sussidi ambientalmente dannosi (Sad), che non sono 30 miliardi come dice Conte e che includono i sussidi alle fonti fossili (13 miliardi), sono circa 22 miliardi (come dice Schlein) e sono elencati in un Catalogo pubblicato dal ministero dell’Ambiente. A differenza di quanto lascia intendere la nuova segretaria del Pd, questa cifra non è un tesoretto che si trova da qualche parte né un elenco che si può cambiare con semplice tratto di penna. Si tratta, in sostanza, di agevolazioni per famiglie e imprese prevalentemente per i trasporti e il consumo di energia.

 

La voce più consistente è, ad esempio, la differenza di 11 centesimi tra l’accisa sul diesel e quella sulla benzina, che da sola vale 2,6 miliardi di euro. Per togliere questo “sussidio” (che in realtà non è tale) basterebbe portare entrambe le accise a un livello intermedio per eliminare la distorsione, ma il gettito complessivo rimarrebbe inalterato. Se invece il governo volesse incassare questi soldi, si dovrebbe aumentare l’accisa sul gasolio di 11 centesimi al litro. È questo che propongono Conte e Schlein? Basta dirlo agli elettori.

 

Altri Sad sono sconti o rimborsi sulle accise per agricoltori (950 milioni), autotrasportatori (1,3 miliardi), trasporto aereo (600 milioni) e marittimo (500 milioni). Ci sono poi l’Iva agevolata per l’acquisto della prima casa (2,1 miliardi), l’Iva agevolata per il consumo domestico di energia elettrica (1,9 miliardi), l’esenzione dall’accisa sull’energia elettrica domestica (580 milioni), agevolazioni per le imprese energivore (580 milioni)... L’elenco è lungo e sono tutte tasse da aumentare. Ci sarebbe, inoltre, da considerare che, tra i grandi paesi europei, l’Italia è già quello con la più alta quota di tasse ambientali (3,28% del pil), il doppio della Germania (1,77%) e circa un punto in più della media Ue (2,36%).

 

Ma non è neppure questo il punto, se l’obiettivo politico è quello di spostare il carico fiscale dal lavoro alle emissioni climalteranti. Il problema vero è che Conte e Schlein, poi, sostengono il contrario. Ad esempio, a proposito della legge di Bilancio, il M5s e il Pd hanno sostenuto che i 22 miliardi messi dal governo Meloni per contrastare il caro energia erano insufficienti. Ne servivano di più. Ebbene, questo vuol dire esattamente aumentare i Sussidi ambientalmente dannosi: il contrario di ciò che in altre circostanze affermano.

 

Un altro esempio riguarda lo sconto sulle accise dei carburanti, la voce più importante dei Sad (non inserita nel Catalogo perché il documento si riferisce al 2020, quindi prima dello choc energetico), che da solo valeva almeno 10 miliardi annui. Ebbene, quando Meloni ha tolto lo sconto sulle accise, contiani e schleiniani hanno attaccato il governo – anziché difenderlo – chiedendo a gran voce la proroga del più grande sussidio ambientalmente dannoso. Su questi temi, ambiente ed energia, che riguardano il futuro del paese, servirebbe un po’ più di serietà e molta meno demagogia.

 

  • Luciano Capone
  • Cresciuto in Irpinia, a Savignano. Studi a Milano, Università Cattolica. Liberista per formazione, giornalista per deformazione. Al Foglio prima come lettore, poi collaboratore, infine redattore. Mi occupo principalmente di economia, ma anche di politica, inchieste, cultura, varie ed eventuali