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Nomine

Il consigliere di Meloni rinuncia a Palazzo Chigi: Pugnalin viaggia verso Autostrade

Simone Canettieri

Il direttore degli Affari esterni di Vodafone doveva diventare il capo di gabinetto della premier. Ma per dinamiche interne a Fratelli d'Italia ha preferito guardarsi intorno. Sarà responsabile delle relazioni istituzionali di Aspi

Roma. Ci sono autostrade che portano lontano da Palazzo Chigi. Riccardo Pugnalin doveva diventare il capo di gabinetto della premier. Già uomo Fininvest, transitato a Sky Italia con un intermezzo all’American Tobacco, il direttore degli Affari esterni di Vodafone pareva il prescelto. Origini socialiste, palestra e coach importanti in Forza Italia, uno abituato a dare del tu al potere, con addentellati un po’ ovunque.

In attesa della nomina che non ci sarà (gli viene preferito Gateano Caputi) continua a ritagliarsi nelle cronache di Palazzo il ruolo di suggeritore privilegiato. Tanto che sarebbe dovuto andare a ricoprire il ruolo che ebbe Francesco Giavazzi con Mario Draghi. E cioè il consigliere della porta accanto, nel senso logistico delle stanze vicine al re sole (in questo caso regina). Una via di mezzo fra un sottosegretario alla presidenza e un capo di gabinetto. Tuttavia, per dinamiche della Fiamma magica (quelle che stavano per far saltare Mario Sechi come capo ufficio stampa) Pugnalin ha preferito guardarsi intorno.

 

Dicono che non si sia mai preso con Giovanbattista Fazzolari, braccio ambidestro della premier, nonostante l’ottimo rapporto con Alfredo Mantovano, sottosegretario con licenza di riflettere. Insomma, morale della favola: il manager è pronto ad andare a lavorare con Autostrade (Aspi). Nel ruolo che più gli si confà: il responsabile delle relazioni istituzionali. E quindi anche con il governo che ha visto nascere, ha accarezzato ma che alla fine non gli ha dato asilo.

Questioni di spazi, forse. Si apre così il valzer delle nomine. In attesa dei bocconi pregiati, dalle parti del ministero dell’Economia c’è già una certezza. Per la presidenza del Gse, gestore dei servizi elettrici, si fa il nome di Paolo Arrigoni: ex senatore della Lega, non rieletto perché candidato in una posizione complicata da Matteo Salvini, è il responsabile del dipartimento energia del Carroccio. E’ molto legato al ministro di Via XX Settembre Giancarlo Giorgetti. Per il ruolo di ad c’è invece Vinicio Mosè Vigilante. Piccoli, grandi movimenti in attesa del gran ballo. Dei cda.
   

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  • Simone Canettieri
  • Viterbese, 1982. Al Foglio da settembre 2020 come caposervizio. Otto anni al Messaggero (in cronaca e al politico). Prima ancora in Emilia Romagna come corrispondente (fra nascita del M5s e terremoto), a Firenze come redattore del Nuovo Corriere (alle prese tutte le mattine con cronaca nera e giudiziaria). Ha iniziato a Viterbo a 19 anni con il pattinaggio e il calcio minore, poi a 26 anni ha strappato la prima assunzione. Ha scritto per Oggi, Linkiesta, inserti di viaggi e gastronomia. Ha collaborato con RadioRai, ma anche con emittenti televisive e radiofoniche locali che non  pagavano mai. Premio Agnes 2020 per la carta stampata in Italia. Ha vinto anche il premio Guidarello 2023 per il giornalismo d'autore.