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editoriali

Per Crosetto sulle spese militari l'Italia si gioca la faccia. Ma serve aiuto dall'Ue 

Redazione

“Saremo il Pierino della Nato” perché “saremo gli unici a non raggiungere il 2 per cento”, ha detto il ministro parlando del prossimo vertice. Perché l’affidabilità è una condizione indispensabile per esercitare un ruolo non subalterno

Parlando alle commissioni Difesa della Camera ed Esteri e Difesa del Senato, Guido Crosetto ha affrontato ieri il tema spinoso delle spese militari. Ha ricordato che l’Italia si è impegnata già dal 2014 in sede Nato a raggiungere la quota di spesa del 2 per cento del pil, ma che poi i governi successivi non hanno onorato quell’impegno. Ora la spesa per la Difesa è dell’1,38 per cento del pil e per noi sarà difficile mantenere gli impegni di spesa che avevamo preso. Crosetto ha ribadito questa posizione anche in altre sedi internazionali e ha chiesto di scorporare queste spese dal vincolo di bilancio per evitare che l’investimento nella Difesa vada a detrimento della spesa sociale e di altri settori cruciali. Ma quel che ha suscitato l’attenzione è la sua affermazione che alla prossima riunione dell’Alleanza atlantica a Vilnius “saremo il Pierino della Nato” perché “saremo gli unici a non raggiungere il 2 per cento”.

 

I dati sono incontestabili e risultano critici in una situazione in cui il 2 per cento viene considerata non più una soglia massima ma minima, ovviamente per effetto della situazione creata dall’aggressione russa all’Ucraina e dai rischi che ne conseguono. Naturalmente c’è da attendersi una levata di scudi “pacifista”, soprattutto da parte dei 5 stelle (anche se  l’unico governo che abbia aumentato un po’ la spesa era presieduto da Giuseppe Conte). Ma Crosetto ha ragione a richiamare l’attenzione sulla necessità di onorare i patti sottoscritti per non essere considerati come alleati inaffidabili. Anche rendere esplicite le difficoltà e i problemi che rendono arduo il raggiungimento degli obiettivi è segno di serietà e di responsabilità. Si attendono ora le decisioni conseguenti, in Italia e, si spera, in Europa. L’affidabilità è una condizione indispensabile per esercitare un ruolo non subalterno nella Nato e in Europa. Questo dovrebbe essere chiaro a tutti, perché non è una questione di governo ma di stato e c’è da sperare che venga intesa come tale da tutte le forze responsabili.
 

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